Per 26 anni, dopo lo sterminio della sua tribù, ha evitato i contatti con il mondo esterno. Nessun rapporto con altri esseri umano. Tanto da meritarsi l'appellativo di "uomo più solo del mondo". Ora l'indigeno conosciuto come "The Man of the Hole", l'uomo del buco, è morto. A riferirlo è stata l'agenzia governativa brasiliana, la National Indian Foundation. L'uomo era l'unico abitante rimasto del territorio indigeno di Tanaru nell'Amazzonia occidentale. Era conosciuto con il nome di Funai, per le sue peculiari tecniche di caccia.
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Il ritrovamento
I funzionari dell'agenzia hanno trovato il suo corpo senza vita steso su un'amaca nella sua capanna il 23 agosto durante un servizio di sorveglianza territoriale.
Chi era "The Man of the Hole"
Come ricostruito dall'associazione per i diritti degli indigeni Survival International, "The Man of the Hole" è stato uno dei pochi sopravvissuti a una serie di attacchi contro la sua tribù iniziati negli anni '70. Dopo quegli attacchi, Funai ha sempre rifiutato qualsiasi contatto. Ed è diventato l'uomo del buco perché a Tanaru aveva iniziato a scavare buche profonde, probabilmente per difesa.
He endured appalling violence in which everyone close to him was killed.
He lived entirely alone for many years, resisting all attempts at contact.
Now he's dead, and his people's genocide is complete.
A tragic story from Brazil's Amazon:https://t.co/X5YpEHEcbA— Survival International (@Survival) August 28, 2022
«Genocidio completo»
«Nessun conosceva il vero nome di quest'uomo e si sapeva anche molto poco della sua tribù. Con la sua morte il genocidio del suo popolo è completo», sostiene Fiona Watson, direttrice della ricerca e della difesa di Survival International. «Perché questo è stato davvero un genocidio: l'eliminazione deliberata di un intero popolo da parte di allevatori di bestiame affamati di terra e ricchezze».
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