Ucraina, lo sniper più letale del mondo si unisce alla resistenza: «Lascio mio figlio in Canada, devo aiutarli»

Il cecchino canadese 40enne ha combattuto in Afghanistan e Iraq. Oltre a soldato è anche blogger, il suo diario di guerra su Facebook è virale

Ucraina, Walì, lo sniper più letale del mondo si unisce alla resistenza: «Lascio mio figlio in Canada, devo aiutarli»
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Giovedì 10 Marzo 2022, 16:14

Il fucile in una mano, la telecamera nell'altra per documentare la sua ultima missione. Così Walì, ex cecchino delle forze armate canadesi conosciuto come uno dei più letali del mondo, è arrivato in Ucraina dal Canada dove ha lasciato la moglie e il figlio di un anno.

L'ex militare ha risposto all'appello di Zelensky e si è unito ai volontari stranieri per combattere l'invasione russa. Il suo diario di guerra sui social in cui racconta il fronte, mescolando momenti quotidiani alla tensione del conflitto, è diventato una delle testimonianze più virali della guerra in corso.

Chi è Wali, il checchino più letale del mondo

Ex militare del 22° reggimento reale canadese, nessuno conosce il suo vero nome: si fa chiamare Walì, soprannome che gli è stato dato dagli Afgani. Dopo aver combattuto a Kandahar, in Afghanistan tra il 2009 e il 2011 si era recato in Iraq  nel 2015 per  combattere lo Stato Islamico. Nel giugno 2017 alcun suoi compagni raccontano di averlo visto colpire un terrorista dello Stato Islamico dall'incredibile distanza di 3.450 m, un record mondiale.

Ora però Walì aveva lasciato l'esercito e viveva a Montreal con la moglie e il figlio.

Finchè non lo ha contattato un amico ucraino, chiedendogli di organizzare  "convogli di aiuti umanitari neutrali" nella regione occupata del Donbas. Wali dice di aver risposto all'appello "come un vigile del fuoco che sente suonare l'allarme". «Smettila di essere passivo aggressivo. Corri! Non abbiamo tempo da perdere» esorta su facebook consigliando ai volontari di prendere un volo per Cracovia, in Polonia, dove potranno attraversare il confine e contattarlo. 

Il diario di guerra online del soldato è virale

Walì è arrivato in Ucraina il 27 febbraio, tre giorni dopo l'inizio dell'invasione russa. Il primo marzo, nella notte, è riuscito ad attraversare il confine insieme ad altri tre volontari canadesi. 

Sin dal suo arrivo in Ucraina ha tenuto un diario online che racconta la vita quotidiana nei paesi del conflitto: dalla calorosa accoglienza ricevuta dagli ucraini, allo stress e alle tensioni della vita costantemente minacciata dai raid aerei. Nelle città ucraine la normalità non esiste più: i negozi dell grandi catene occidentali - McDonald's, Ikea, Starbucks - sono chiusi, le barricate improvvisate riempiono le strade. "Mi sembra di assistere alla Seconda Guerra Mondiale a colori!" racconta.

 «Qui regna un'atmosfera eroica. Non contiamo più le storie di combattenti e persone comuni che sfidano l'esercito russo» scrive entusiasto raccontando episodi di coraggio e resistenza del popolo ucraino, dal contadino che ha "rubato" i carri armati russi mentre i soldati erano in pausa ai residenti che hanno bloccato i soldati nell'ascensore di un edificio interrompendo la corrente.

La dura realtà del conflitto 

Fuori dalle città, lo sguardo di Walì registra la sofferenza di una terra martoriata da continui attacchi:  «Questa è un'apocalisse» scrive «Entriamo in una stazione di servizio. Guardando il menu mi rendo conto che non c'è più cibo disponibile. Mi guardo intorno e mi rendo conto che i tavoli sono vuoti. La gente mangerà tutto ciò che è avanzato». Le strade sono  «piene di rifugiati e di macchine ferme», le persone lasciano le loro case e le loro vite mentre gli elicotteri nemici ronzano sopra di loro. Tra le scene più toccanti, quella in una città di periferia: «Si avvicina un vecchio. Ci stringono la mano senza dire una parola. I suoi occhi erano pieni di lacrime. Ci fissa negli occhi per diversi secondi. Devo dire di più?". 

Le motivazioni  «Voglio aiutare questa gente» 

«So che è orribile, ma io, nella testa, quando vedo immagini di distruzione in Ucraina, vedo mio figlio, in pericolo e che sta soffrendo». La moglie di Wali, la cui identità è stata protetta per motivi di sicurezza, ha detto che è stato duro lasciarlo andare ma che tenerlo a casa sarebbe stato  «Come metterlo in prigione». «Vado in Ucraina per motivi umanitari». ha detto il cecchino a CBS news. Sulle sorti della guerra si dice ottimista: «Un mese fa i russi sembravano invincibili. Oggi non è più così. La vittoria inizia quando vediamo la sconfitta negli occhi del nemico» . 

In Ucraina 20mila stranieri si sono uniti alla resistenza

Più di 20.000 persone provenienti da 52 paesi si sono già offerte volontarie per combattere in Ucraina, dove serviranno in una legione internazionale di nuova creazione, come ha confermato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. L'Ucraina ha in programma di schierare un'unità di riserva di circa 10.000 ufficiali addestrati e più di 120.000 volontari per respingere gli invasori. 

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