Ucraina, il generale Tricarico: «Dai russi azzardo pericoloso, ma attenti, sono i più forti al mondo»

Ucraina, il generale Tricarico: «Dai russi azzardo pericoloso, ma attenti, sono i più forti al mondo»
di Giuseppe Scarpa
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 12:38

«Difficile dire se siamo vicini a una terza guerra mondiale. Dipende dalle reazioni della comunità internazionale. Certo se un eventuale conflitto tra super potenze dovesse rimanere a livello di armi convenzionali la Russia piangerebbe lacrime amare. Ma nessuno può esserne così sicuro. Putin forse avrebbe la spregiudicatezza di usare armi più letali». L'analisi precisa la fa uno dei massimi esperti in campo militare. Leonardo Tricarico, generale ed ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare.


Quali sono le forze in campo tra Russia e Ucraina?
«Ad oggi non hanno la capacità di resistere o competere con Mosca. Per dare alcuni numeri Kiev dispone di 20 mila soldati attivi. La Russia quasi un milione. L'Ucraina hanno 100 aerei da combattimento, Putin ne ha 1.500.

Per non parlare degli elicotteri, 35 contro 500».


Quanto impiegheranno i russi ad avere il controllo totale del Paese?
«Non si può dire con precisione. Non va sottovalutato il carattere indomito della popolazione ucraina e non va sottovalutata la resistenza con i metodi della guerriglia».

 


Putin ha parlato di reazioni forti in caso di intromissioni di altri Paesi. Ha lanciato un altolà agli Usa?
«Quello a cui allude è una minaccia oscura e preoccupante. Putin ha dimostrato di fare seguire i fatti alle parole. Bisogna stare molto attenti».


In caso di escalation, il nostro Paese, visto che ospita diverse basi Nato, potrebbe essere oggetto di rappresaglie militari da parte del Cremlino?
«Teoricamente sì, vista la presenza di diverse basi Nato che potrebbero diventare un obiettivo militare. Anche se non credo che Putin possa mantenere aperti troppi fronti con troppe nazioni. Mi auguro che le sue ambizioni non vadano oltre l'Ucraina».

Le guerre in Afghanistan e in Iraq ci insegnano che un conto è vincere il conflitto, un altro è rimanere in pianta stabile in quel Paese con l'esercito. Secondo lei quale tipo di politica adotterà il Cremlino?
«Se decidessero di rimanere in pianta stabile dove c'è una forte componente russa, come nel Donbass, non si esporrebbero a rischi di ritorsione. Nel caso le loro mire dovessero essere quelle di un controllo di tutta l'Ucraina, dove non è presente una maggioranza russofona, il costo sarebbe altissimo per Mosca. Ma loro questo già lo sanno, anche dalla loro esperienza sovietica in Afghanistan. Non penso che adotteranno questa soluzione. Putin vuole negoziare da un punto di forza. Il suo obiettivo è garantirsi l'annessione delle due province (Donetsk e del Lugansk) e impedire che l'Ucraina entri nella Nato. Se le condizioni dovessero essere solo queste, la comunità internazionale non dovrebbe mostrare rigidità, sarebbe controproducente».


La responsabilità di questo conflitto è da addebitare alla Russia?
«La Russia ha avuto una reazione spropositata. Ma di reazione si tratta. Mosca dice da sempre che i paesi ex satelliti dell'Urss non devono entrare dentro la Nato, perché rappresenterebbero una minaccia per la sua sicurezza. Invece queste nazioni sono state incoraggiate a far parte dell'Alleanza. È stata una politica suicida quella di espandersi verso est sapendo che il Cremlino avrebbe percepito questa crescita come un pericolo».


Oggi se si dovesse stilare una classifica mondiale delle forze armate, la Russia come si classificherebbe?
«Dieci volte l'Ucraina, un decimo degli Stati Uniti».


La guerra cyber?
«Oggi rispetto a ieri i domini in cui si esplica la forza militare sono 5 e non più 3 (area, cielo, terra). Adesso ci sono il web e lo spazio. Mentre nello spazio non c'è ancora una piena capacità militare nel web esiste e in questo momento esercita un dominio incontrastato la Russia. Mosca non ha concorrenti, ha già dimostrato le sue abilità letali che può usare quando vuole».


Il ruolo degli Usa come poliziotti del mondo, è definitivamente tramontato?
«Da più di 10 anni ormai. In Libia sono stati trascinati a forza. La vocazione Usa al disimpegno è accertata. L'errore è stato quello di non includere la Russia nella Nato, anzi di escluderla. Con Mosca dentro la Nato avremmo creato una forza occidentale che avrebbe spento qualsiasi incendio nel mondo».
 

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