In aula sguardi accigliati e qualche stoccata provocatoria tra Francesco Totti e Ilary Blasi, mentre fuori un dispiegamento eccezionale di forze dell’ordine presidiava il tribunale civile di Roma come fosse una fortezza sotto assedio. Dopo un’ora e mezzo di faccia a faccia davanti al giudice a discutere della proprietà e dell’uso di Rolex, gioielli, borse e scarpe griffate, i coniugi (in via di separazione) hanno deciso di concedere ai rispettivi difensori mandato per provare a trovare un accordo bonario. Una sorta di tregua “armata” nella “guerra del guardaroba”, che ormai va avanti da giugno scorso, ossia da quando Ilary ha portato via dalla cassetta di sicurezza in banca (cointestata con Totti) una preziosa collezione di orologi del valore superiore a un milione di euro.
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L’INCONTRO
Al termine dell’udienza, iniziata alle 15,45 e conclusasi alle 17,15, abbiamo visto gli avvocati Alessandro Simeone (legale della Blasi) e Antonio Conte (legale di Totti) dirigersi verso lo studio di quest’ultimo, in via Poma, a circa 500 metri dal tribunale.
BENI PREZIOSI
Dopo che ha ritrovato nei giorni scorsi la sua collezione di borse e scarpe griffate, nascoste da Totti nella spa della loro villa al Torrino, ora la presentatrice di Mediaset pretende la restituzione dei suoi gioielli. Ma l’oggetto principale del contendere è la collezione di Rolex che l’ex calciatore rivuole indietro. Ilary sostiene si tratti di orologi unisex che il marito le aveva regalato e che usava lei; lui sostiene siano da uomo e ha prodotto il certificato che ne attesta la sua proprietà (specie del Rolex più prezioso, che vale da solo tra i 700 e i 900 mila euro). Se dovessero proseguire nel giudizio, oltre all’audizione di una decina di testimoni, potrebbe scattare la “prova del cinturino” per dimostrare chi li usasse abitualmente.
«VOGLIO VEDERE IL CAPITANO»
Uomini in divisa e agenti in borghese hanno scortato Totti e Blasi dall’ingresso di viale Giulio Cesare, dove avevano parcheggiato le rispettive auto, fino al primo piano del tribunale civile. Carabinieri, agenti della Digos e guardie giurate li hanno seguiti lungo il viale di ingresso del palazzo di giustizia. La soubrette era vestita quasi in total black, con occhiali da sole vistosi e una Chanel nera in bella mostra, di quelle che Francesco le aveva nascosto. Lui indossava un elegante completo nero, con camicia bianca. Sono saliti a piedi fino al primo piano, separatamente, senza nemmeno rivolgersi uno sguardo. I controlli sono stati serrati anche per chi lavora in tribunale. «Voglio vedere il Capitano, non mi mandi via», ha protestato una delle addette alle pulizie seduta nel corridoio e poi accompagna verso l’uscita dalle forze dell’ordine, poco dopo l’inizio dell’udienza. Lungo viale Giulio Cesare c’era solo qualche tifoso, ancora incredulo per la separazione tra il “Pupone” e la sua ormai ex moglie.