Taylor Hawkins morto, ipotesi overdose: il batterista dei Foo Fighters aveva chiesto aiuto per dolori al petto

Taylor Hawkins morto, ipotesi overdose: il batterista dei Foo Fighters aveva chiesto aiuto per dolori al petto
di Mattia Marzi
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Sabato 26 Marzo 2022, 14:21 - Ultimo aggiornamento: 18:14

La morte di Taylor Hawkins potrebbe essere stata causata dal consumo di droghe. Il batterista dei Foo Fighters è morto in hotel Bogotà, in Colombia, due ore prima dell’inizio di un concerto della band, che è stato inevitabilmente annullato (sul palco che era pronto ad accogliere Dave Grohl e soci i componenti del gruppo hanno fatto portare alcune candele, per omaggiare il musicista). Aveva compiuto 50 anni appena lo scorso mese. I Foo Fighters, nel comunicare sui social la notizia della prematura scomparsa del batterista, avevano chiesto di rispettare la privacy e il dolore della famiglia.

Taylor Hawkins, morto il batterista dei Foo Fighters: aveva 50 anni. Trovato senza vita in un hotel di Bogotà

Le ipotesi sulla morte

Ma la polizia di Bogotà ha fatto sapere, come riferito da alcune testate di informazione colombiane, che “le cause della morte potrebbero essere associate al consumo di sostanze stupefacenti”.

La polizia ha attribuito l’ipotesi a “informazioni date dai parenti o fornite da funzionari dell’hotel” in cui alloggiava Taylor Hawkins, chiarendo subito dopo che le effettive cause della morte devono essere ancora stabilite. Il corpo del batterista è stato già portato dall’Hotel Casa Medina di Bogotà in un istituto di medicina legale, dove gli esperti effettueranno l’autopsia per chiarire le cause del decesso. Secondo quanto riferito dal quotidiano colombiano El Tiempo, il principale giornale di Bogotà, Taylor Hawkins avrebbe chiesto aiuto al personale dell’hotel dopo aver riportato dolori al petto. Il personale dell’albergo avrebbe chiamato l’ambulanza, ma quando i soccorsi sono arrivati all’Hotel Casa Medina per Hawkins non c’era più niente da fare: il batterista era già morto. In una lunga intervista concessa solamente lo scorso anno al settimanale musicale Kerrang, Taylor Hawkins aveva raccontato di come fosse riuscito a superare la dipendenza dalle droghe: “Non cancello il passato, perché fa tutto parte del viaggio. Adesso vado in bicicletta”, aveva detto.

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Il ricordo di Zaffagnini

Nel 2001, a soli 30 anni, il batterista aveva anche rischiato di morire per una overdose: «Mi spinsi oltre. Ero ad una festa a Londra e feci qualcosa che cambiò tutto, per errore. Credetti al fottuto mito di vivere la vita intensamente e velocemente e morire giovane. Mi piaceva drogarmi, ma finii per perdere il controllo». E parlando delle droghe pesanti aveva messo in guardia i giovani: «Non esiste il lieto fine». «Era una persona molto positiva. Aveva l’entusiasmo di un bambino e un talento straordinario. Quando stavi vicino a lui respiravi una sensazione di leggerezza», dice Fabio Zaffagnini, fondatore del progetto Rockin’1000, la superband di 1000 musicisti – che suonerà anche all’Eurovision Song Contest 2022 di Torino, a maggio – che nel 2015 suonò “Learn to Fly” dei Foo Fighters per convincere la band di Dave Grohl a tenere un concerto a Cesena, “fu lui a tirare fuori l’idea di allestire un tendone da circo gigantesco in cui permettere a 10 mila persone di assistere allo show. E quella sera si mise anche a cantare ‘Under Pressure’ dei Queen e David Bowie, accompagnato alla batteria da uno dei musicisti di Rockin’1000. Ragioneremo su cosa fare per rendergli un tributo non appena sarà possibile”.

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