Tamara Pisnoli, l'ex moglie di De Rossi ai pm: «Daniele mi dava 40mila euro al mese, ma non ho un soldo»

Solamente in queste ore sono venuti fuori dettagli inediti sul primo interrogatorio della donna, risalente il 5 dicembre del 2014

Tamara Pisnoli, l'ex moglie di De Rossi ai pm: «Daniele mi dava 40mila euro al mese, ma non ho un soldo»
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Venerdì 3 Marzo 2023, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 22:31

Tamara Pisnoli, 39 anni, ex moglie della bandiera della Roma Daniele De Rossi, è stata condannata a 7 anni e due mesi di reclusione per aver preteso con la forza dall’imprenditore Antonello Ieffi, ex compagno di Manuela Arcuri, un bonifico di 150mila euro (dopo avergliene dati 84mila). Ma è solamente in queste ore che sono venuti fuori dettagli inediti sul primo interrogatorio della donna, risalente il 5 dicembre del 2014. 

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L'interrogatorio

A riferire i dettagli è La Repubblica. In quell'occasione, i magistrati chiesero conto a Pisnoli di una serie di incongruenze riscontrate nei suoi racconti. La donna si era infatti presentata davanti agli inquirenti come ex moglie di De Rossi, madre di una figlia di 9 anni e titolare di una società immobiliare. Proprio in quella circostanza la donna riferì di percepire da parte dell'ex un assegno mensile da 40mila euro.

Così ai magistrati venne un dubbio: come è possibile che di fronte ad introiti così consinstenti si sia arrivato ad una simile condatta per recuperare un credito?

«Lei prende 40mila euro al mese, ha le società, c'è una persona in difficoltà, lei dà 20mila euro che, mi scusi se mi permetto, per lei non sono quasi niente, per le sue considerevoli entrate, ad una sua amica ... poi chiede la restituzione dei soldi?», chiedono gli inquirenti. Ed è a questo punto che Pisnoli ha ammesso di non avere più un soldo: «Io sono stata truffata e raggirata da tutti, a me hanno solo tolto i soldi, tutti....io non c'ho più un soldo, mi hanno rubato tutti i soldi, me li hanno rubati, non me li hanno più restituiti»

 

«Non volevo ucciderlo»

Sul massacro di Ieffi, la donna nega di aver avuto un ruolo. Alla giudice spiega di non aver saputo delle intenzioni di Francesco Camilletti e Francesco Milano, i due che hanno materialmente pestato l'imprenditore, al quale sarebbero stati chiesti 200mila euro a fronte di un prestito di 84mila. «Non volevo ucciderlo, volevo solo rientrare del mio investimento», le parole di Pisnoli. E ha poi concluso: «Non sono stata io a farlo picchiare, doveva essere una riunione pacifica, non so spiegare perché Manuel ha aggredito Ieffi in casa mia. L'aggressione non è durata molto, Francesco Milano stava con me fuori dalla stanza, piangeva e gli altri stavano con Ieffi, sentivamo le urla e le botte».

«La condanna mi coglie assolutamente di sorpresa. È una storia che risale a ben 10 anni fa, che comincia con una truffa nei miei confronti e in cui mi riconosco l’unica colpa di frequentazioni sbagliate, da anni scomparse dalla mia vita. Sono colpe che non giustificano una condanna così severa. Sono certa che alla fine del processo la mia buona fede verrà accertata», ha commenta successivamente la donna attraverso i suoi legali.

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