Soumahoro, la prefettura toglie i centri di accoglienza alle coop dei familiari. Il legale della moglie: «Non si è arricchita»

Il legale è noto per aver difeso i grillini cacciati da Grillo e Priebke

Soumahoro, la prefettura toglie i centri di accoglienza alle coop dei familiari. Il legale della moglie: «Non si è arricchita»
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Venerdì 2 Dicembre 2022, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 20:27

La prefettura di Latina «ha predisposto l'annullamento» dell'affidamento dei «Centri di accoglienza straordinaria (Cas) alla Aid e alla Karibu», il Consorzio e la Cooperativa che fanno riferimento a alcuni familiari del deputato Aboubakar Soumahoro, «e contestualmente ha affidato ad altri soggetti la gestione dei Centri». A diffondere la notizia, in serata, è stata la Uiltucs di Latina sottolineando che «l'intervento interessa solo l'appalto gestito dalla Prefettura. Sono 13 i centri sul territorio cessati e riaffidati dall'Ufficio Territoriale del Governo». È un nuovo colpo alle due coop, dopo la liquidazione coatta per la Karibu per troppi debiti e lo scioglimento per Aid per «irregolarità non sanabili» annunciati due giorni fa dal ministro delle Imprese Adolfo Urso. E si vanno sempre più delineando le posizioni dei protagonisti della vicenda. Liliane Murekatete, la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, non si è «arricchita con la cooperativa», né ha avuto «agevolazioni rispetto ad altri dipendenti». Ma anzi, «non ha preso lo stipendio per mesi». 

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Parola del suo avvocato, Lorenzo Borrè, che è sceso in campo oggi «per difendere la reputazione della signora dagli attacchi diffamatori mossi da alcuni settori della stampa».

Murekatete non è indagata dalla procura di Latina, che sta per chiudere il cerchio sul caso delle coop Karibu e Consorzio Aid: unica iscritta al momento è sua madre, Marie Terese Mukamitsindo (dunque suocera del parlamentare ex sindacalista dei braccianti) per truffa aggravata, false fatturazioni e malversazioni di erogazioni pubbliche. La figlia in passato ha rivestito incarichi societari ma, spiega ancora l'avvocato, «non mi risulta che la signora Murekatete sia stata convocata dai magistrati». La donna nel frattempo però è diventata nota all'opinione pubblica anche per le foto pubblicate sui social in cui indossa abiti e accessori firmati. Lo stesso Soumahoro, che nel frattempo si è autosospeso dall'Alleanza Verdi Sinistra, si è trovato a 'difenderè la moglie in tv proprio mentre si diffondevano le notizie sui mancati pagamenti degli stipendi ai dipendenti delle coop: «Quelle immagini? Non mi hanno creato imbarazzo - aveva risposto la scorsa settimana - Il diritto all'eleganza e alla moda è libertà. Poi quelle immagini vanno datate. Mia moglie ha la sua vita. Non lavora più nelle coop». E che si sia «dimessa da diverso tempo» lo ha confermato oggi anche l'avvocato Borrè. Che però a sua volta potrebbe aprire un altro fronte, stavolta personale. Il legale nella sua carriera - per le cronache politiche, per esempio, è l'avvocato che ha presentato i ricorsi per gli espulsi dal Movimento Cinquestelle - ha difeso anche Erich Priebke, l'ufficiale nazista delle Fosse Ardeatine. Una circostanza che non è passata inosservata alla giornalista Selvaggia Lucarelli: «Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro - ha twittato - si è affidata a Lorenzo Borrè, ex avvocato di Priebke. Qualcuno dovrebbe spiegarle che anche tra gli avvocati griffati c'era qualcosa di meglio, a livello di comunicazione». 

 

«Non credo che la signora mi abbia scelto per questo motivo - il commento di Borrè con l'ANSA - È una questione che non ha rilevanza professionale. È stata la signora a contattarmi, qualcuno le avrà parlato bene della mia professionalità. Mi sembra riduttivo definirmi solo 'l'avvocato di Priebkè. Sto valutando una querela, come se ci fosse una mancanza di decoro professionale, delle riserve su una persona perché ha difeso Priebke. Non vedo perché possa essere un giudizio di valore sulla professionalità o sull'opportunità». Intanto però il clamore sul caso cooperative non si ferma, e anche il mondo politico non resta con le mani in mano: il capogruppo della Lega in Regione Lazio Angelo Tripodi avrebbe ricostruito un collegamento tra il mondo delle coop della famiglia di Soumahoro e il cosiddetto 'Modello Riacè di Mimmo Lucano, che fu tra i primi a schierarsi senza riserve dalla parte del deputato di origine ivoriana. Tripodi parla già di «sistema Latina». A quanto scrive 'Repubblicà il presidente della Coop Promidea Carmine Federico, «indagato dalla Corte dei Conti della Calabria insieme a Lucano e ad altri, è stato impegnato anche nel Consorzio Aid» che «ha avuto sede legale dal 2009 al 2014 a Rende (Cosenza), allo stesso indirizzo della Promidea. Il 31 dicembre 2009, quando il Consorzio ha approvato il bilancio, su quel documento c'è la firma di Mukamitsindo, suocera di Soumahoro, e dello stesso Federico, nella veste di segretario».

 

 

 

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