Morto Lillio Sforza Ruspoli, ultimo vero principe dell'aristocrazia romana: aveva 95 anni

Principe di Cerveteri, politico, dirigente d'azienda, ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta, Ruspoli era uno degli ultimi rappresentati delle più antiche famiglie romane risalente al XIII secolo

Morto Lillio Sforza Ruspoli, ultimo principe dell'aristocrazia romana: aveva 95 anni
di Lucilla Quaglia e Raffaella Troili
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Martedì 25 Ottobre 2022, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 13:50

Addio al principe guerriero "Lillio" Sforza Ruspoli«Quando si entra nella Città Eterna lo si dovrebbe fare in ginocchio», soleva dire il principe noto con il nome di Lillio, sottolineando la santità della Capitale. Ieri alle 17, il celebre aristocratico romano si è spento dopo una lunga malattia, all’età di 95 anni, nella sua dimora capitolina, Palazzo Ruspoli.

Circondato dall’affetto dei cari, tra cui la moglie Maria Pia e la figlia Giacinta. «Sono nato pochi mesi prima di queen Elizabeth - aveva confidato divertito alla figlia Claudia - siamo come due fratelli siamesi.

E abbiamo danzato insieme nei saloni di Palazzo Colonna quando ancora non era regina, ma erede al trono di Albione». Il principe romano era nato a Roma il 23 gennaio 1927, figlio secondogenito di Francesco Ruspoli, VIII principe di Cerveteri, e di Claudia Matarazzo, ha avuto un fratello maggiore molto noto: l’attore Dado Ruspoli. E di fatto è stato uno degli ultimi rappresentati di una delle più antiche famiglie capitoline risalenti al XIII secolo, imparentate con i Farnese, i Salviati, gli Orsini, i Dampierre. 

 

LE PASSEGGIATE IN CENTRO
Rimasto orfano della madre a soli 8 anni, si trasferì in Brasile col nonno materno Francesco Matarazzo. Lì rimase poco tempo, per poi rientrare a Roma dove vivrà per il resto della vita nell’imponente palazzo Ruspoli, tra via del Corso e piazza San Lorenzo in Lucina, frequentando intellettuali, registi, attori, scrittori e giornalisti, da Leo Longanesi a Roberto Rossellini, da Carlo Pesenti a Renato Angiolillo.

Indimenticabili le sue passeggiate quotidiane nel cuore di Roma, sempre elegantissimo e sorridente, un aneddoto tutto romano ricorda come i mendicanti si radunassero ad aspettarlo, poiché non dimenticava mai di fermarsi e distribuire l’elemosina. Intrapresi gli studi bancari, entra nel direttivo della Banca Romana a fianco di Arturo Osio (poi fondatore della Banca Nazionale del Lavoro), legandosi a personaggi come Ernesto Fassio, Franco Marinotti, Mino Maccari, conoscendo personalmente don Luigi Sturzo.

Cattolico intransigente, Sforza Ruspoli è uno dei nobili romani più vicini alla Chiesa e al Vaticano. Vanta l’amicizia con diversi Papi tra cui Paolo VI, Giovanni Paolo II e anche Papa Francesco che appoggiò apertamente quando il pontefice decise di non nominare più Gentiluomini di sua maestà. Molto attivo anche in campo sociale e politico.

Lunga la lista delle sue scese in campo. Nel dopoguerra entra a far parte del Movimento Sociale Italiano grazie alla vicinanza col principe Junio Valerio Borghese, autore del tentato colpo di Stato avvenuto in Italia nel dicembre 1970. Nel 1956 fonda i Centri d’Azione Agraria: movimento formalmente apartitico (ma in realtà di estrema destra) in difesa della “civiltà contadina”, su posizioni liberiste in politica economica e antipartitocratiche, lanciato sia come alternativa a Confagricoltura e Coldiretti, sia come strumento per un’azione politica diretta. Nel 1989 si presenta come candidato capolista per il Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale alle elezioni comunali di Roma, ed è eletto consigliere con 37.240 voti. Nel ‘99 è commissario magistrale dell’Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, successivamente, sino al 2001, ambasciatore dello Smom. Nel 2006 viene proposto, dall’allora ministro del Tesoro Giulio Tremonti, come vicepresidente della Banca del Sud, per i suoi numerosi interventi politici a favore della questione meridionale. Nel 2010 è nominato membro dell’Accademia Pontificia di Belle Arti e Lettere. Non disdegna la scrittura, i titoli dei libri parlano da soli: “La terra trema, invito alla rivolta”, “Vite la leoni. La fortuna di averli conosciuti”.


LA VITA PRIVATA
Sforza sposa nel 1946 la duchessa Flavia Domitilla Borghese-Salviati dalla quale si separerà nel 1983 dopo aver avuto due figlie, Claudia e Giada. Si risposa a Vignanello, nella residenza di famiglia, il 15 ottobre 1983, con l’attrice Maria Pia Giancaro, dalla quale avrà una terza figlia: Giacinta Ortensia Rosa Maria in ricordo di un’antenata, Giacinta Marescotti, proclamata santa.

Lo ricorda così Gelasio Gaetani Lovatelli dell’Aquila d’Aragona: «Lillio Ruspoli era molto amico di mio padre, Loffredo, insieme avevano “combattuto” accanto alla Destra, in difesa dell’ambiente, dell’agricoltura, in tempi in cui questi temi non erano all’ordine del giorno. Era un gentleman, uno degli ultimi di una stirpe regale. Il suo motto era “meglio nobili che ignobili”. Fu attaccato e sbeffeggiato per questo. Ma lui tirava dritto. Credeva profondamente nei suoi ideali e oggi sarebbe stato felice dei traguardi raggiunti da Giorgia Meloni».

I funerali si terranno nella Basilica di San Lorenzo in Lucina, a due passi da Palazzo Ruspoli, venerdì 28 ottobre alle ore 11. 

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