Sanremo, Gianni Morandi: «Dopo il Festival basta tv, vado in tour: non voglio che la gente si stufi di vedermi»

Il co-conduttore: «Spettacoli con Ranieri e Al Bano? Sarebbe bello, ma i nostri calendari sono molto difficili da incrociare»

Morandi: «Dopo il Festival basta tv, vado in tour: non voglio che la gente si stufi di vedermi»
di Mattia Marzi
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Sabato 11 Febbraio 2023, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 12:55

Conduce, canta, balla, si presta alle gag, dispensa consigli da nonno saggio (come quando si è presentato sul palco con una scopa, spazzando i petali delle rose dei bouquet distrutti da Blanco: «Se avesse detto “Scusi signor Amedeo, non sento bene”, non sarebbe successo niente», ha commentato dopo l’incidente), fa il maratoneta correndo tra le file di poltrone della platea dell’Ariston: è Gianni Morandi il vero mattatore del Festival di Sanremo 2023. A 78 anni l’Eterno Ragazzo della musica italiana, voluto da Amadeus al suo fianco in tutte e cinque le serate della kermesse, continua a sprigionare un’energia incontenibile.

Morandi, come le sembra questo Festival?
«Una grande festa.

Per me lo è sempre stato: ricordo ancora quando da ragazzino lo vedevo dall’unica tv in bianco e nero di Monghidoro. Ma con Amadeus è tornato a essere un palcoscenico molto importante per la musica italiana. È qualcosa di importante per tutta l’industria. E poi piace alla gente: me ne accorgo proprio per strada».

Chi sono i suoi preferiti del cast?
«Non trovo sia giusto fare dei nomi, la gara è ancora aperta e non vorrei favorire nessuno. Posso dire però che Amadeus ha messo in piedi un bel cast, unendo tutte le generazioni. Gli va dato merito di aver anche riportato in gara artisti che mancavano da tempo, come Elisa l’anno scorso e quest’anno Giorgia. Io nel 2011 e nel 2012 faticai non poco con Franco Battiato e Lucio Dalla: li costrinsi puntando sull’amicizia e mi fecero un regalo venendo da accompagnatori (di Luca Madonia e di Pierdavide Carone, ndr). Riuscii a portare in gara anche Roberto Vecchioni. Lo chiamavo in continuazione: “Dai, scrivi una canzone e portala a Sanremo”. Alla fine cedette e con Chiamami ancora amore trionfò».

Jovanotti lo ha sentito in questi giorni?
«Ogni tanto. È in Amazzonia in bici. Ci segue su RaiPlay. Ha detto che si sta divertendo e che gli piace. L’anno scorso mi fece un regalo enorme a raggiungermi sul palco per la serata dei duetti: fu un momento di grande tv. Faremo altre cose insieme».

Un tour?
«No: abbiamo già dato l’estate scorsa, quando mi ha invitato alle varie tappe del suo Jova Beach Party».

E cosa, allora? Un disco?
«Sta preparando altre canzoni per me. In primavera inoltrata uscirà un pezzo carino, in vista dell’estate».

 

Sta preparando un nuovo album di inediti?
«Ragionare per dischi non va più di moda. Si va di canzone in canzone. Ho qualche pezzo nuovo nel cassetto. Intanto ho appena fatto uscire con Sangiovanni Fatti rimandare dalla mamma a prendere il latte, una nuova versione della mia storica hit del 1963: quest’anno compie 60 anni tondi tondi. Mi divertiva l’idea di reinciderla insieme a un artista di nuovissima generazione come Sangiovanni: sul palco dell’Ariston, l’altra sera, quando l’abbiamo cantata insieme, mi ha ricordato il Morandi di sessant’anni fa: stessa freschezza e stessa leggerezza».

L’ha chiamata dinosauro.
«Ma come si è permesso? Scherzi a parte, faceva parte della gag: sono autoironico».

Lo speciale tv sui suoi sessant’anni di carriera atteso su Rai1 già lo scorso dicembre che fine ha fatto?
«Quando Amadeus mi ha invitato a condurre Sanremo insieme a lui ho detto ai dirigenti Rai che non me la sentivo di fare pure quel programma: troppa roba».

Lo recupererà?
«Per ora no. Dopo Sanremo mi prenderò una pausa dalla tv: non voglio andare in overdose. La gente quando ti vede troppo in giro si stanca».

Che farà da qui alla fine dell’anno, quindi?
«Tornerò a fare concerti. Dopo l’esperienza in teatro nella mia Bologna stavolta canterò nei palasport con il tour “Go Gianni Go!”. Partiremo a marzo da Rimini, per poi proseguire a Milano, Firenze, Roma (il 18 marzo al Palazzo dello Sport, ndr), Bologna, Torino, Ancona, Bari ed Eboli. Ora che mi sono ufficialmente ripreso dall’incidente dell’anno scorso non mi fermo più».

E il tour con Al Bano e Massimo Ranieri? Rita Pavone vi ha anche suggerito il nome del trio, con le vostre iniziali: RAM.
«Chi lo sa. Sarebbe bello, ma Ranieri è sempre in teatro, Al Bano in giro per il mondo: è difficile incrociare i nostri calendari».

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