Amici, Sangiovanni: «Andare a Sanremo? Chissà, ma adesso devo finire gli studi»

Amici, Sangiovanni: «Andare a Sanremo? Chissà, ma adesso devo finire gli studi»
di Mattia Marzi
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Lunedì 17 Maggio 2021, 07:06 - Ultimo aggiornamento: 12:16

Scanzonato, fresco, colorato: Sangiovanni sembra essere uscito da un fumetto. 29 milioni di stream su Spotify per la sua Lady, che ha conquistato il Disco di platino - l'equivalente di 70 mila copie vendute - ancor prima della fine di Amici. Tutta la notte e Guccy Bag, rispettivamente 15,5 e 10,6 milioni di ascolti, sono entrambe Disco d'oro. I brani sono inclusi nell'Ep eponimo uscito lo scorso venerdì. Da domani il cantautore - secondo classificato in finale nonostante i pronostici lo dessero per favorito: si è rifatto con il Premio della Critica - lo presenterà nelle librerie Mondadori incontrando le fan, già pazze di lui (partirà da Milano, poi il 19 sarà a Roma, il 25 a Bologna, il 26 a Torino): «Mi hanno sempre detto che non sono un santo, che non ho la faccia da bravo ragazzo. Mi chiamo Giovanni e allora ho deciso di chiamarmi Sangiovanni», dice il ragazzo, vicentino, 18 anni compiuti a gennaio nella casetta di Amici.

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Però il suo cuore è già impegnato: la sua fidanzata Giulia le ha anche sfilato la coppa da sotto il naso. Se l'aspettava una finale del genere?
«Sì: era ciò che desideravo dal primo bacio in casetta.

Quando siamo rimasti solo noi due non importava che a vincere fossi io o lei: ce l'avevamo fatta entrambi».

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Giulia come le ha fatto perdere la testa?
«È una persona bellissima, con una grande storia alle spalle: ha trasformato le delusioni e le offese subite in un messaggio potente. È un esempio. Dentro Amici ci siamo fatti forza a vicenda».


I telespettatori l'hanno vista mostrare lo smalto sulle unghie, trasformare Il ragazzo della via Gluck di Celentano in un manifesto lgbt e Felicità di Al Bano e Romina in un inno sull'uguaglianza di genere: il suo, di messaggio, qual è?
«Voglio aiutare le persone a sentirsi bene con sé stesse. Nel 2021 ci sono ancora troppi preconcetti, paletti e schemi nei quali non mi ritrovo. Non si tratta di identità e discorsi sul genere, ma di libertà. Ho 18 anni, mi vesto di rosa e metto lo smalto sulle unghie: quindi? È ciò che voglio trasmettere e comunicare con le mie canzoni».


Del ddl Zan contro l'omotransfobia, del discorso di Fedez al Primo Maggio, delle manifestazioni a favore del disegno di legge e delle polemiche cosa sa?
«Nulla, perché nelle casette non avevamo il telefono e non ricevevamo notizie: sono all'oscuro di tutto. Mi informerò. Posso dire però che sono per l'amore universale: le diversità devono diventare normalità».


Quando ha iniziato a scrivere?
«Un anno e mezzo fa».


Alcuni l'hanno definita l'erede di Jovanotti, altri un nuovo ThaSupreme, il fenomeno rap che ha conquistato le classifiche: paragoni ingombranti?
«La mia musica è stata influenzata da elementi diversi, ma io cerco di non somigliare a nessuno. Sono cresciuto ascoltando Michael Jackson, mia mamma era sua fan. Poi ho scoperto la canzone d'autore italiana: ad Amici mi sono divertito ad aggiungere rime inedite a successi storici».


È vero che a suggerirla a Maria De Filippi è stata Madame?
«Sì. Veniamo dalla stessa città. È stata una delle prime persone a credere nel mio talento, a portarmi in uno studio. Condividiamo l'etichetta, la Sugar di Caterina Caselli. Un giorno mi ha detto: Ti andrebbe di provare ad entrare ad Amici?. Ho preso il treno e sono venuto a Roma».


E la scuola?
«Mi mancano ancora due anni prima del diploma linguistico: conto di riprendere presto gli studi, è importante».


Il sogno nel cassetto? Sanremo nel 2022 tra i big?
«Chissà. È troppo presto per pensarci. So solo che da domani ricomincerò a lavorare, rimboccandomi le maniche».

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