Sabrina Efionayi, 23 anni, nata a Castel Volturno da una madre nigeriana e cresciuta fin da piccolissima con una famiglia italiana, ha pubblicato il suo quarto libro Addio, a domani (Einaudi, in versione podcast, Storia del mio nome, per Chora Media) dopo i successi raccolti già da adolescente con Rizzoli, Over (2016) Over 2 (2016) e #TBT Indietro non si torna (2017), tutti per Rizzoli.
Un romanzo scritto per raccontare le difficoltà di una vita iniziata in condizioni apparentemente senza speranze e poi costruita superando con tenacia e determinazione un ostacolo dopo l'altro, un pregiudizio dopo l'altro, con l'aiuto della famiglia della madre affidataria e della madre biologica.
Così presenta il libro, il primo con cui affronta la storia delle sue radici: «Questa storia avrei voluto scriverla dicendo: io. Perché è la mia. A mano a mano che ci entravo, però, mi sono resa conto di non riuscirci – troppo difficile, troppo doloroso. Ecco perché l'ho scritto dicendo: lei. Sabrina. Una ragazza napoletana afrodiscendente che un bel giorno decide di fare i conti con il tempo, di aprire certi cassetti della memoria e di ordinarne il contenuto sul letto, come quando si parte per un viaggio e si prepara la valigia.
Sabrina Efionayi - si legge nella presentazione del libro - ha due madri. Una è Gladys, la sua madre biologica, che è nata in Nigeria ed è venuta in Italia a diciannove anni per lavorare e sostenere la famiglia rimasta a Lagos; non sapeva che il suo mestiere sarebbe stato vendere il proprio corpo. L'altra è Antonietta, è napoletana, e non immaginava che un giorno Gladys avrebbe attraversato la strada tra le loro case e le avrebbe messo in braccio Sabrina, chiedendole di occuparsi di lei, di diventare sua madre. Non lo immaginava, ma quando è successo ha accettato. Da quel momento Sabrina si è ritrovata in una situazione speciale, perché i rapporti con la sua madre biologica, con le sue origini, non si sono interrotti, e cosí lei è cresciuta tra Castel Volturno e Scampia, tra Prato e Lagos, cambiando famiglia, lingua, sguardo e cultura, in costante ricerca di un centro di gravità. Un'identità complessa, la sua, che già il nome racconta: Sabrina, come la figlia dell'aguzzina di Gladys, scelto per compiacerla; Efionayi, come un uomo che non è il padre, ma che le ha dato un cognome.