La mossa vincente arriva il 6 dicembre scorso. Dal pizzino nascosto dentro la gamba di una sedia si arriverà all'arresto di Matteo Messina Denaro. La cronaca spazza via la dietrologia di chi ha parlato di un boss che si sarebbe addirittura consegnato. La sedia è nella casa in cui abita la maggiore delle quattro sorelle del capomafia, Rosalia, 69 anni, arrestata ieri dai carabinieri del Ros, a Castelvetrano. Sarebbe divenuta l'alter ego del fratello. Una donna di mafia, dunque, che custodisce i segreti di Cosa Nostra, smista i pizzini con gli ordini del latitante, gestisce i soldi di famiglia. Dopo l'arresto del fratello c'erano tutti i presupposti perché divenisse «la nuova mente strategica dell'organizzazione». I carabinieri entrano in casa per piazzare le microspie. La pista dei familiari è sempre stata caldissima. Li hanno arrestati tutti, o quasi. Dalle recenti intercettazioni, senza un riferimento esplicito al latitante, è emerso che qualcuno soffre di colite ulcerosa o ha il morbo di Crohn. Un militare trova il pizzino, lo fotografa e lo rimette a posto. È il diario clinico del latitante. La sorella annota che ha un «adenocarcinoma devastante», che si è operato prima a Mazara del Vallo e poi a Palermo, che sono spuntate delle metastasi e che serve la chemioterapia. Vengono ricostruite le mosse successive, fino all'appuntamento del 16 gennaio scorso, giorno del blitz nella clinica di Palermo.
L'ERRORE DECISIVO
La sorella ha commesso un errore fatale, disobbedendo al diktat del fratello: leggere i pizzini e distruggerli.
IL RAPPORTO DIFFICILE
Altri biglietti hanno un contenuto più familiare. Come quelli sul difficile rapporto con la figlia Lorenza. Il capomafia scrive alla sorella di aver letto il necrologio che la nipote di un mafioso ha dedicato al nonno. «Ah, questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono il padre quando lei era molto piccola», commenta Messina Denaro. «Vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente non si trattiene il boss . Ebbene, nessuno ha fatto la fine di Lorenza lei è cresciuta molto male, è degenerata nell'intimo». Questo ed altri documenti sono stati sequestratati il 16 gennaio. «Si tratta di pizzini tutti aventi a oggetto persone, somme di denaro, vicende, sulle quali occorrerà svolgere approfonditi accertamenti», scrivono il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, l'aggiunto Paolo Guido e i sostituti Gianluca de Leo e Pierangelo Padova. Il lavoro investigativo prosegue.
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