Da manager finanziario a fotografo, la storia di Roberto Mari

La storia di Roberto Mari, ex manager finanziario, ne è la testimonianza

Da manager finanziario a fotografo: la storia di Roberto Mari
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Giovedì 24 Novembre 2022, 18:29

Vivere dietro a una scrivania, pensando solo a numeri, strategie e guadagni non basta più. Cresce il numero delle persone che vuole cambiare vita perché non si sente realizzata e felice. Ma ci vuole anche coraggio per cambiare e inseguire le proprie passioni. La storia di Roberto Mari, ex manager finanziario, ne è la testimonianza.

Possibile lasciare le proprie certezze e cambiare vita? Possibile rinunciare a un reddito consolidato negli anni e percorrere una strada diversa? Possibile mollare tutto e fare una scelta all'insegna delle proprie passioni? La risposta è sì, guardando alla storia di Roberto Mari, un tempo manager finanziario e oggi fotografo: "Non è stata una scelta facile -dice Mari- ma coltivata nel tempo.

Essere confinato dietro a una scrivania, pensando solo a numeri e strategie da adottare, mi ha fatto sentire sempre più in difficoltà. Una difficoltà che riguardava non il mio aspetto razionale ma quello emotivo. Non stavo bene con me stesso e sentivo un bisogno pressante di abbandonare il desiderio di guadagnare denaro e di inseguire finalmente quello che davvero volevo fare".

Una scelta di vita, appunto. Una scelta radicale: "Ho provato a fare un test -spiega ancora Mari. In un primo momento ho cercato di verificare se quel senso di libertà che cercavo riuscivo a trovarlo nella mia carriera professionale. E così ho deciso di lavorare per la Fondazione Cariplo che promuove, progetta e gestisce azioni volte a sostenere iniziative socialmente orientate che contribuiscano a risolvere il problema abitativo. Ho partecipato così alla nascita del primo fondo immobiliare etico italiano. É stata una bella esperienza, ma non mi completava. Volevo qualcosa di più. Qualcosa che desse davvero senso al mio scorrere quotidiano, che riempisse la mia anima, che mi permettesse di guardare al futuro con un senso nuovo. Un senso di appagamento".

Mese dopo mese, anno dopo anno, quella sensazione diventa concreta e guarda all'elemento che forse, più di ogni altro, garantisce quella libertà cercata: "L'acqua mi ha sempre affascinato -spiega Mari. Come mi ha sempre affascinato la fotografia. E così ho deciso di unire i due aspetti: attraverso i miei scatti ho cominciato ad indagare gli elementi della natura, cercando di mostrare l'intimo delle cose, per modificare la percezione e scalfire l'apparenza. Perché, prima ne ero convinto e oggi ne sono certo, guardare le cose in modo differente significa vivere in modo differente. In altri termini: acquisire finalmente consapevolezza di se stessi, della propria vita e della comunità in cui sei immerso, vuol dire vivere pienamente, in una dimensione che non indica il denaro come unico parametro di soddisfazione".

E, partendo dall'acqua, l'obiettivo della camera di Mari si è spostato su altri elementi che, giocando con la luce, si compongono e si scompongono. Proprio come accade nella vita e nei suoi accadimenti giornalieri: "Acqua dunque ma anche sabbia, pietre, cielo, marmo, nebbia -dice Mari. Giocare con loro e combinandoli, si ha l'idea di come, in un mondo quasi sospeso e semplificato, la percezione venga modificata ed espansa. Di come sia importante cambiare atmosfera, guardare ciò che ci circonda con occhi diversi. Un'immagine lo permette, permette, grazie ai colori e alle forme, di andare al di là dell'apparenza, dello scontato, del catalogato. Di andare al di là dell'evidenza, con occhi rigenerati. Si trovano le sfumature, si moltiplicano i punti di vista, si percepiscono nuove dimensioni".

E così, guardando oltre, la vita di Roberto Mari è cambiata radicalmente. Dalle scrivanie piene di note e numeri, si è passati alle sale illuminate delle gallerie: "Diverse le mostre dove ho esposto le mie opere fotografiche -afferma Mari. Per me, non sono semplici esposizioni, ma occasioni per trasmettere come la vita vada oltre le cose materiali. Per questo, mi piacerebbe che le scolaresche potessero guardare i miei scatti. Come mi piacerebbe che potessero magari diventare stoffe per capi di abbigliamento, mattonelle, carta da parati, oggetti di arredamento e, più in generale, piccole o grandi cose che accompagnano il nostro vivere quotidiano. Sembra poca cosa, ma non lo è. La strada per raggiungere la libertà è impervia, ma le passioni vanno coltivate, e immaginare, attraverso una fotografia, di poter esercitarsi ad andare oltre è, di certo, il primo passo. Un primo passo importante".

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