«Non so come, ma sono ancora vivo e non sono nemmeno paralizzato come temevo dopo avere sbattuto con la schiena sull'asfalto a una velocità terribile: ho bernoccoli, abrasioni e contusioni su tutto il corpo, ma poteva davvero andare peggio» ha detto un acciaccatissimo Sir Richard Branson, 71 anni, dall'ospedale “Gorda” delle Isole Vergini Britanniche, il paradiso caraibico dove il miliardario inglese ama svernare.
La bici, in verità, non dovrebbe rappresentare il mezzo più pericoloso per un tipo come il baronetto che l'11 luglio è diventato il primo viaggiatore della nuova era del turismo spaziale volando a 4mila chilometri orari fino a 85 chilometri di quota con lo spazioplano della sua Virgin Galactic, una delle millanta compagnie della galassia Virgin che - appunto - spazia dalle palestre ai treni, dai dischi agli aerei di linea.
A differenza di quasi tutti i tycoon, Branson, insomma, non teme di lasciare troppo in anticipo agli eredi il patrimonio personale di almeno 6 miliardi di dollari e ogni volta che può si getta a capofitto in tutte le impresa, meglio ancora se con finalità filantropiche come le gare Strive BVI che si propongono, con successo, di raccogliere fondi per l'educazione delle giovani generazioni. Gare che prevedono nuoto, kayak, arrampicate, corse e anche percorsi in bicicletta.
Come ha raccontato l'amico Felix Stellmaszek «Richard è stato molto gentile ed educato ad avvisarmi, urlando, che stava per investirmi perché i freni della sua bici si erano rotti. E così è stato. Siamo rovinati sull'asfalto in fondo a una discesa molto pericolosa, lui poi, non potendo rallentare, aveva preso una velocità folle».
«Il caschetto, senza alcun dubbio, ci ha salvato la vita, ma ho temuto prima di morire e poi di essermi rotto la schiena» ha poi spiegato Branson mentre veniva portato in ospedale. Forse il miliardario non parteciperà alle gare dei prossimi giorni, ma di certo si ripresenterà a quelle del 2022.