E' morta a 86 anni dopo una vita trascorsa tra malavita e fiction, tra omicidi e concorsi di bellezza. Assunta Maresca, conosciuta come Pupetta, è stata la prima donna a essere considerata un boss di camorra.
Era la vedova del boss Pasquale Simonetti, nel 1955, quando appena ventenne e al sesto mese di gravidanza, per vendicare l'omicidio del marito uccise a colpi di pistola il presunto mandante, Antonio Esposito. Arrestata e condannata a 13 anni e quattro mesi, in carcere partorì il suo primogenito, Pasquale. Una volta uscita dal carcere, Pupetta Maresca sposò lo spietato Umberto Ammaturo detto O' Pazzo, con cui ebbe altri due figli. I rapporti tra il nuovo marito e il primogenito di Pupetta furono sempre tesi e quando Pasquale sparì nel 1974 in circostanze misteriose, tutti gli indizi portarono proprio ad Ammaturo, anche se non furono poi trovate prove e l'uomo fuggì in Perù, dove si rifece una vita con una nuova compagna.
Accanto alla carriera criminale, Pupetta Maresca ebbe anche una breve esperienza da attrice, con il film Delitto a Posillipo (1967) che raccontava proprio la sua vita.
Pupetta Maresca si rese protagonista poi di una sfida alla camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Fu accusata dell'omicidio di Ciro Galli, fedele a Cutolo, e dichiarò: «Se per Nuova Famiglia si intende tutta quella gente che si difende dallo strapotere di quest’uomo, allora mi ritengo affiliata a questa organizzazione». Nel 1986 fu arrestata di nuovo per affiliazione alla Nuova Famiglia e i suoi beni vennero sequestrati, poi una volta libera tornò a vivere a Castellammare di Stabia.
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