Morto Stefano D'Orazio, batterista gentiluomo dei Pooh aveva 72 anni: era positivo al Covid

Morto Stefano D'Orazio, il batterista dei Pooh aveva 72 anni
di Fabrizio Zampa
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Sabato 7 Novembre 2020, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 00:55

Aveva compiuto 72 anni lo scorso 12 settembre e da quasi tutta la vita era il motore, uno dei motori, dei Pooh: batterista, autore di tanti brani, flautista, paroliere, cantante, romano doc, Stefano D'Orazio è una delle ultime vittime del Covid. Se n'è andato ieri, nella Capitale, dopo un ricovero di una settimana (ma i suoi compagni del gruppo non ne avevano parlato «per rispetto»), perché il suo cuore ha ceduto per complicazioni renali e altre ragioni cliniche.

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L'ANNUNCIO

Il primo annuncio l'ha dato Bobo Craxi («Lo conoscevo dagli Anni 80, passavamo l'estate insieme a Pantelleria»), poi si è aggiunto un mare di amici, colleghi, ammiratori e via di questo passo. «Due ore fa Stefano ci ha lasciati ha twittato Roby Facchinetti Nel pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando, poi stasera la terribile notizia. Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto una persona perbene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui». Il post, firmato anche da Red Canzian, Dodi Battaglia e Riccardo Fogli, è stato rilanciato dagli altri ex Pooh sui rispettivi canali social.

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IL MATRIMONIO

Stefano non aveva figli, ma si era sposato tre anni fa, nel giorno del suo compleanno, con Tiziana Giardoni, che era sua compagna da una decina d'anni.

Le aveva chiesto la mano dopo un'esibizione dei Pooh all'Arena di Verona nel 2017, sul palco dei Wind Music Awards, condotti da Carlo Conti e Vanessa Incontrada. Aveva avuto lunghe storie con Lena Biolcati e con Emanuela Folliero (sconvolta, stanotte ha preferito non parlare), ma aveva passato la maggior parte della vita con la sua vera partner, la musica. Tutto era cominciato da ragazzo con il gruppo The Kings, che suonava nei locali della periferia romana i brani degli Shadows. Poi musiche per Carmelo Bene e Cosimo Cinieri, gruppi in cantine con i reduci dal Piper, comparsate a Cinecittà, finché nel 1971 entrò nei Pooh quando uscì Valerio Negrini. E con Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli è rimasto per anni e anni. Per i Pooh è stato batterista, voce e paroliere. Ha interpretato e scritto - tra le altre - Tropico del Nord, La mia donna, Il giorno prima, Se c'è un posto nel mio cuore (che diventò la sigla del Processo del lunedì).


A sorpresa, nel 2009 - dopo 38 anni con il gruppo - decise di lasciare la band per dedicarsi ad altri progetti come solista, a partire dai musical: da Aladin del 2010 a Cercasi Cenerentola del 2014, passando per Mamma Mia (scrisse i testi della versione italiana dello spettacolo), Pinocchio, W Zorro e Cercasi Cenerentola. Nel 2015, dunque, il ritorno nei Pooh per la serie di concerti dell'ultima tournée del gruppo, conclusasi il 30 dicembre 2016 a Casalecchio di Reno (Bologna). D'Orazio era legato da un forte affetto a tutti i suoi compagni di viaggio.

 



UN MUSICAL

Con Facchinetti stava lavorando a un nuovo musical, Parsifal. E i due avevano unito le forze anche per una canzone, Rinascerò rinascerai, pubblicata ad aprile, in pieno lockdown, a scopo benefico: raccogliere fondi da destinare all'ospedale Papa XXIII di Bergamo, la città di Facchinetti, per aiutare la struttura a fronteggiare l'emergenza Covid-19. Nel suo sito c'è quasi una previsione di quello che gli è successo: Stefano l'aveva scritto ricordando Manuel Frattini, protagonista del suo musical Aladdin scomparso a ottobre: «È arrivato un virus che ha fatto strage in tutto il pianeta come nei film di fantascienza e ha cambiato il modo di vivere. I teatri sono stati i primi ad essere penalizzati e saranno forse gli ultimi ad essere riaperti. Avrai visto che tutti i tuoi colleghi stanno a casa in attesa di tempi migliori. Oggi, quindi, o sali sul palco e lavori, o niente». Tanti i tributi per ricordarlo: da Daniele Battaglia, figlio di Dodi («Sono distrutto dalla notizia») a Red Ronnie. Enrico Ruggeri scrive: «Una persona per bene, sempre sorridente, piena di energia positiva. Un gentiluomo. Una preghiera per lui e un abbraccio ai suoi fratelli di sempre».

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