Ponza, isola in rivolta: «Lasciateci il parroco». No al trasferimento forzato di don Francesco Bishay

I frati minori richiamano don Francesco dopo due anni. E anche il consiglio comunale dice no. Cittadini pronti a coinvolgere il Papa

Ponza, isola in rivolta: «Lasciateci il parroco». No al trasferimento forzato di don Francesco Bishay
di Rita Cammarone e Stefano Cortelletti
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Giovedì 2 Febbraio 2023, 06:09

I tremila abitanti di Ponza, un fazzoletto di terra in mezzo al Tirreno, meta turistica per eccellenza di romani e vip, sono in rivolta per l'annunciato trasferimento del loro parroco. Se d'estate l'isola lunata si riempie di turisti per il mare cristallino e le notti in discoteca, d'inverno restano poco più di tremila residenti. Il loro tempo è scandito dall'arrivo dei traghetti dalla terraferma: nessuna frenesia, si guarda il sole sorgere e tramontare.

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Ponza, rivolta per il parroco

Don Francesco Bishay aveva rotto questa routine: il 39enne parroco della chiesa di Maria Santissima Assunta, nella frazione di Le Forna, dal 2020 ha animato la comunità con iniziative, gite e attività sociali, riavvicinando alla fede molti isolani.

Egiziano di nascita, aveva trasmesso ai più piccoli la voglia e la curiosità di scoprire il suo paese, i suoi usi e costumi, innescando nei bambini l'interesse verso la ricerca e l'importanza dell'integrazione con altre realtà.


IL TRASFERIMENTO
Nei giorni scorsi la doccia fredda: il parroco dovrà lasciare l'isola, richiamato dal superiore provinciale d'Egitto dell'ordine dei Frati Minori, a cui appartiene il sacerdote. Destinazione sconosciuta, per il momento. Immediata la mobilitazione dei ponzesi, con in testa il sindaco Francesco Ambrosino, eletto a giugno scorso con una lista civica. «L'intera comunità isolana è incredula e triste alla notizia di questo forzato abbandono - spiega - e si chiede il perché e soprattutto se sia ragionevole interrompere ai primi passi un cammino che potrebbe portare a risultati molto soddisfacenti per la crescita dell'isola. Padre Francesco, forse per una sua particolare predisposizione, è riuscito - aggiunge - a coinvolgere, in numero sempre crescente, bambini, ragazzi e adulti nelle attività parrocchiali e sociali che ha portato avanti in questi due anni. Uno degli obiettivi che si era prefissato era quello di creare un oratorio per avere un vero e proprio spazio dedicato ad attività di divulgazione del linguaggio evangelico».

 


«DECISIONE IRREVOCABILE»
Un trasferimento irrevocabile, ha confermato l'Arcidiocesi di Gaeta pur estranea alla decisione assunta dagli organi superiori da cui padre Francesco dipende e a cui l'amministrazione comunale si è appellata, chiedendo di valutare la possibilità di prolungare la permanenza del parroco sull'isola di Ponza al fine di non interrompere un cammino appena iniziato. «Nessuno, purtroppo, ha saputo o voluto dare una risposta. Per questo l'intero Consiglio comunale, all'unanimità, voterà favorevolmente per fare restare padre Francesco a Ponza. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per far sì che il cammino intrapreso insieme possa continuare negli anni», ha concluso Ambrosino.


Il diretto interessato non commenta: il presbitero francescano, da uomo di chiesa, farà quello che gli verrà chiesto. Certamente con rammarico, avendo stretto con la comunità ponzese un rapporto particolare.
Da parte dell'Arcidiocesi di Gaeta la rassicurazione che, comunque vada, il caso Ponza riceverà il massimo dell'attenzione: «Le comunità isolane sono sempre nel cuore degli Arcivescovi di Gaeta, visitandole di frequente e incoraggiandole a camminare nella fede. Le parrocchie non saranno lasciate prive della cura pastorale dei sacerdoti», ha dichiarato don Maurizio Di Rienzo, portavoce dell'attuale arcivescovo, monsignore Luigi Vari. Gli abitanti di Ponza tenteranno ogni strada per far restare il loro parroco, incluso un appello diretto a papa Francesco: il braccio di ferro è solo all'inizio.
 

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