Pizzaiolo offre lavoro: «Cerco dipendenti, ma vogliono stare in nero e senza contratto»

Treviso. Lo sfogo del titolare di una pizzeria: «È incomprensibile, il contratto tutela in primis il lavoratore e, di conseguenza, anche me»

Pizzaiolo offre lavoro: «Cerco dipendenti, ma vogliono stare in nero e senza contratto»
di Mauro Favaro
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Martedì 7 Febbraio 2023, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 13:56

ISTRANA - «Cerco un pizzaiolo e una cassiera, ma che siano disponibili a lavorare con un contratto». Sembra un paradosso. Ma per Fitore Krasniqi, 40 anni, titolare della pizzeria da asporto “da Toni” sulla Castellana a Istrana, in provincia di Treviso, non lo è affatto. Nelle scorse settimane ha posizionato l’avviso in vetrina. Alcune persone si sono fatte avanti. Dopo una prima prova, però, almeno un paio di loro si sono rifiutare di firmare un regolare contratto di lavoro. Insomma, puntavano a lavorare in nero. E così è saltato tutto.

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LO SFOGO
L’imprenditore di origini kosovare, arrivato in Italia una ventina di anni fa e con alle spalle già una lunga esperienza tra la pizzeria Piola e da Fausta a Treviso, non ha nascosto le proprie perplessità.

Anzi, ha voluto condividere anche sui social. «Fino ad ora sono venute delle persone a fare la prova – ha messo nero su bianco su Facebook – ma alla richiesta dei documenti per metterle in regola, nessuno ha accettato. Non si sono più presentate». Quali le motivazioni? Si è scatenato un piccolo dibattito. Sui social alcuni hanno pensato possa c’entrare il timore di perdere il reddito di cittadinanza. Altri, invece, credono che le persone in questione possano preferire non avere un regolare contratto se quello in pizzeria è il loro secondo lavoro. Questioni di tasse e di Isee? Non è dato saperlo con certezza. Fatto sta che la situazione è questa. «Ci siamo sentiti dire che in altre pizzerie avevano lavorato normalmente senza contratto, ma questa non è la nostra politica», mette in chiaro Krasniqi. Il riferimento, tra l’altro, era a lavori precedenti iniziati ben prima dell’introduzione del reddito di cittadinanza. Un aspetto, quest’ultimo, che farebbe cadere l’ipotesi relativa alla volontà di mantenere il sussidio. «È incomprensibile – allarga le braccia l’imprenditore 40enne – il contratto tutela in primis in lavoratore e, di conseguenza, anche il datore di lavoro. Magari all’inizio si può partire con un contratto a tempo determinato, per vedere come vanno le cose. Ma non può esserci la precisa richiesta di lavorare senza contratto o niente». Per il titolare della pizzeria “da Toni” è un punto fermo. Adesso la ricerca continua. Nel frattempo si sono avvicinate altre persone.


LE PAGHE
Non ci sono misteri nemmeno sullo stipendio. Si parla di 7 euro all’ora per l’attività in cassa, con gli orari di una pizzeria da asporto, ovviamente in regola. Mentre per un pizzaiolo si è sui 50 euro a sera, generalmente per due ore di sabato e altre due ore di domenica. Quel che è certo è che il lavoro non manca. Negli ultimi due anni la pizzeria da asporto “da Toni” è stata inserita anche nel registro di Eccellenze italiane. Al momento conta già cinque collaboratori. E non ci si ferma. «Ricordo che quando sono arrivato in Italia venivo pagato 100 euro a settimana per lavorare in una pizzeria. E l’ho fatto per poter imparare il mestiere – tira le fila Krasniqi – erano tempi diversi. Da parte mia, comunque, adesso sono il primo a voler insegnare alle persone che si avvicinano a questo mondo. L’importante è che lo facciano con un contratto».

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