«L'industria e i media ci snobbavano: non eravamo abbastanza cool. Ricordo ancora la conferenza stampa prima del Sanremo di Ringo Starr: c'erano dieci persone», racconta il frontman Riccardo Zanotti, ricordando com'erano percepiti da pubblico e addetti ai lavori i suoi Pinguini Tattici Nucleari fino al 2020. A distanza di tre anni è cambiato tutto. La band bergamasca è ovunque: radio, tv, web. Pure sui manifesti pubblicitari del tour di quest'estate negli stadi, undici date per le quali a tre mesi dal debutto - fissato per il 7 luglio da Venezia: a Roma passeranno il 23 e 24 luglio, all'Olimpico - sono stati venduti 500 mila biglietti. Come si spiega tutto questo successo, disco dopo disco, singolo dopo singolo (l'ultimo, Coca Zero, è uscito venerdì)?
RIVINCITA
È la rivincita di cinque ragazzi di provincia che senza avere il phisique du role delle popstar ma con una manciata di buone canzoni e la testa sulle spalle si sono presi il pop italiano: «Siamo dei nerd. Non siamo i palestrati, i fighi che piacevano alle ragazzine al liceo», dice Zanotti, 28 anni, che entrò nel gruppo - nato nel 2010: per il nome si ispirarono alla birra scozzese Tactical Nuclear Penguin - come batterista, salvo poi ritrovarsi in poco tempo ad esserne il leader, nonché l'autore di tutte le canzoni (alcune ha cominciato a piazzarle qui e là: Leo Gassmann si è rilanciato a Sanremo con Terzo cuore, Laura Pausini è tornata in vetta alle classifiche dopo anni grazie alla sua Un buon inizio). Con lui ci sono Elio Biffi (tastiere), Nicola Buttafuoco e Lorenzo Pasini (chitarre), Matteo Locati (batteria) e Simone Pagani (basso), tutti tra i 28 e i 32 anni: «In tutte le band c'è qualcuno che sta avanti e qualcuno che sta dietro, per inclinazione naturale», spiega Zanotti nell'Auditorium Multimediale di RDS a Roma, dove questa settimana hanno registrato uno speciale che andrà in onda il 27 aprile alle 21 su RDS Social TV al canale 265 del digitale terrestre.
I numeri raccontano un fenomeno senza precedenti negli ultimi dieci anni.
IL PUBBLICO
Piacciono a tutti: ai bambini di 5 anni come alle mamme e ai papà. Però loro parlano a un target preciso: quello dei millennials, la loro generazione, che cantano allo stesso modo in cui gli 883 cantarono la Generazione X, tra riferimenti alle immagini dell'11 settembre in tv quel pomeriggio che un'edizione straordinaria del tg interruppe la Melevisione (Giovani Wannabe), notti brave a Mykonos (Hold On), gli amici che si sposano (Ringo Starr): «Come gli 883 elogiamo la normalità. Pezzali ci considera fratelli minori. Ci accomuna anche la provincia: non siamo gente da salotto, veniamo da un contesto in cui l'etica è quella del lavoro sodo». Lontani i tempi dell'impegno politico, in salsa ironica, di Me want marò back (2015). Anche se con il nuovo singolo Coca Zero, con product placement nel titolo, recuperano quell'ironia: «Signora mia, se non le basta la pensione / con un poco di passione / può sbancare su OnlyFans». Coca Zero rientra nelle manovre di avvicinamento al tour negli stadi: «L'estate scorsa trionfammo nel campionato dei tormentoni estivi con Giovani Wannabe, un pezzo elettropop nella stagione del reggaeton. Quest'estate vogliamo ripeterci. Con un altro tormentone, se non due». Nonostante quelle facce, suona comunque come una minaccia.
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