Piero Angela non era laureato: «I professori insegnavano male». Ecco quale fu la sua gratificazione più grande

Il divulgatore scientifico si è spento oggi a 93 anni. Ottenne 12 lauree lauree honoris causa e la medaglia d'oro della cultura italiana

Piero Angela non era laureato, il divulgatore spiegò il perché (e quale fu la sua gratificazione più grande»
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Sabato 13 Agosto 2022, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 16:36

Una eccellenza italiana, simbolo di cultura, preparazione e studio. Piero Angela, scomparso oggi a 93 anni, nel suo bagaglio si è portato alle spalle decine di programmi, inchieste, approfondimenti, dodici lauree honoris causa, una quarantina di libri, la medaglia d'oro della cultura italiana, le onorificenze di Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana e di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimenti in Italia e all'estero. Cosa è mancato al divulgatore scientifico nella sua lunga carriera? Una laurea. Proprio così, Piero Angela non era laureato. 

Piero Angela non laureato, la conferma

Fu lui stesso a confermarlo in una intervista al Giornale dove affrontò il tema della scuola e dei suoi studi. «Non mi hanno mai bocciato, ma non mi interessava.

Insegnavano male, in modo noioso, pedante. Credo che la mia vocazione a fare divulgazione sia nata proprio da quel disagio che provavo a lezione», disse Piero Angela«Mi iscrissi al Politecnico, ma ho lasciato», aggiunse. «Stavo preparando l'ottavo anno al conservatorio, studiavo pianoforte. In più ero un dilettante di jazz, mi facevo chiamare Peter Angela: ho suonato coi professionisti dell'epoca, Nunzio Rotondo, Gianni Basso, Franco Cerri. Non mi sono mai laureato, forse è normale. La scuola ha tanti meriti, ma dipende molto dai professori che si hanno. Nel corso della mia vita ho ricevuto nove lauree honoris causa (poi divenute dodici, ndr). Mi hanno fatto molto piacere. Ho scritto anche 36 libri».

 

La gratificazione

Nessuna laurea, quindi, ma una gratificazione che lui ritenne la più grande. «Incontrare sempre tantissimi ragazzi che mi dicono: ho scelto questa facoltà perché ho visto i suoi programmi o letto i suoi libri. Se ho un merito, è quello di aver trasmesso questo piacere di scoprire la scienza e amarla», spiegò Piero Angela.

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