Pelè morto, Mazzola: «Era un dio, sapeva far tutto e la sua visione ti folgorava»

L'ex bandiera dell'Inter ha affrontato il brasiliano nella finalissima di Coppa del Mondo a Messico '70

Pelè morto, Mazzola: «Era un dio, sapeva far tutto e la sua visione ti folgorava»
di Salvatore Riggio
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Venerdì 30 Dicembre 2022, 06:03 - Ultimo aggiornamento: 10:54

La notizia della scomparsa del più grande giocatore di sempre, unico nella storia a vincere tre Mondiali con il suo Brasile (Svezia '58, Cile '62 e Messico '70) prende alla sprovvista Sandro Mazzola, bandiera dell'Inter, che l'8 novembre scorso ha compiuto 80 anni. «Mi dispiace davvero tanto, sono triste e dispiaciuto», ha aggiunto al telefono, una volta che ha avuto conferma dell'addio di Pelé. «Sì, ora sto guardando la televisione e lo stanno dicendo». E da quel momento si può sfogliare l'album dei ricordi.

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Lei lo ha affrontato nella finalissima di Coppa del Mondo a Messico '70, quando il Brasile vinse 4-1 e un gol fu proprio di Pelé. «Sì, proprio così. Ma ancora prima lo avevo sfidato in amichevole a Milano il 12 maggio 1963. Era il giorno del mio debutto assoluto in azzurro».
Cosa si ricorda di quel giorno?
«Rimanemmo tutti meravigliati da questa straordinaria visione, che era Pelé. Mi ricordo proprio che tutti noi lo guardavamo con stupore. Salutammo il pubblico di San Siro, ma non prendemmo posto in campo perché volevamo guardare ogni suo tocco di palla. Possiamo dirlo, per tutti noi era un Dio».
Ha qualche aneddoto da raccontarci?
«Pelé si era preparato molto bene perché quando andai a salutarlo mi disse che sapeva quanto fosse forte mio papà Valentino».
Tecnicamente Pelé era unico.
«Certo, sapeva fare tutto. È sempre stato il migliore nei colpi di testa, nei dribbling, nel tiro, nel controllo palla. Pelé sapeva cosa fare ancora prima di ricevere palla. Con il pensiero anticipava tutti. Qualcosa di incredibile, mai visto uno come lui».
Per lei, infatti, è il più grande di sempre?
«In assoluto sì. Per distacco proprio. Tra tutti quelli che ho visto io, Pelé è stato il migliore di sempre».
Famosa la sua rivalità sportiva, qualche anno dopo, con Diego Armando Maradona. Il Pibe de Oro fu considerato il suo erede.
«Senza fare paragoni, in generale posso dire che gli altri erano bravini. Pelé, invece, è sempre stato Pelé».
Tornando alla finale di Messico '70, O Rei segnò proprio all'Italia.
«Contro di lui si poteva fare ben poco. Avevamo preparato quella gara molto bene, ma alla fine quando sfidi Pelé, non puoi fare nulla. Lo marcavano in due. Perché quando saltava uno, si buttava su di lui anche il secondo. E sa come andava a finire?»
Come?
«Pelé saltava anche il secondo».
L'Italia si è arresa a Pelé.
«Quella finale è rimasta un grande rimpianto, sempre. E non può essere altrimenti quando si perde una Coppa del Mondo. Ma Pelé, davvero, non lo potevi fermare».
Mai nessuno come lui.
«Mai».
 

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