Delitto Gucci, Patrizia Reggiani: «Non ho mai odiato Maurizio, l'ho fatto uccidere per stizza»

Delitto Gucci, Patrizia Reggiani: «Non ho mai odiato Maurizio, l'ho fatto uccidere per stizza»
di Francesco Musolino
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Giovedì 14 Ottobre 2021, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 17:32

«Quattro proiettili nel cuore della moda» e una burattinaia che ha ordito un piano di vendetta per stizza. Lunedì 27 marzo 1995 Maurizio Gucci, l'erede dell'impero del made in Italy, veniva freddato a Milano in un androne di via Palestro. Un caso clamoroso, un omicidio su commissione che ha sconvolto il mondo della moda, sino ad inchiodare Patrizia Reggiani, l'ex moglie della vittima, come mandante.
Due giornalisti Angelo Pergolini e Maurizio Tortorella hanno ricostruito minuziosamente i fatti nel libro inchiesta L'ultimo dei Gucci. Una storia di soldi, avidità e lusso sfrenati. Pubblicato nel 2005, il prossimo 19 ottobre ne verrà pubblicata una versione rivista e ampliata, con un epilogo inedito nel quale gli autori danno conto dell'evoluzione dei fatti, sempre più surreale. Del resto, incombe l'uscita in sala di House of Gucci annunciata per il 21 novembre il film diretto da Ridley Scott con Lady Gaga, Al Pacino, Adam Driver e Jared Leto.

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IL CARCERE
Condannata a 26 anni per aver commissionato l'omicidio di Maurizio Gucci - reo di averla voluta rimpiazzare con una donna più giovane, Paola Franchi - Patrizia Reggiani ne ha scontati 17 a San Vittore ma «in nessuno dei seimila giorni che ha trascorso dietro le sbarre è mai stata una detenuta come le altre», scrivono gli autori. Il vecchio carcere è stato ribattezzato Victor's Residence, e lei ha ottenenuto anche il diritto di tenere un furetto bianco. Come animale da compagnia. Reggiani ha una personalità fortissima, giudicata in grado di intendere e di volere ma è affetta da un disturbo della personalità di tipo istrionico-narcistico, con una grandissima difficoltà nel gestire il rifiuto, come ricordano Lucarelli-Picozzi nel saggio Nero come il sangue.
Nell'ottobre 2016 Reggiani è tornata libera, accolta dalle due figlie Alessandra e Allegra e dalla madre, Silvana Barbieri e da quel momento in poi è iniziata una battaglia legale senza esclusione di colpi, «con al centro della contesa, ovviamente, i soldi lasciati da Maurizio», sino alla sentenza della Corte di Cassazione che ha sancito la proficua alleanza della Reggiani con Paola Franchi, ai danni delle eredi dell'impero Gucci: «Un paradosso giudiziario scrivono gli autori la pronuncia costringe le eredi di un uomo assassinato a versare una cospicua fetta di eredità (circa 25 milioni, ndr) all'ex moglie che lo ha fatto uccidere», un precedente inquietante.


LA CONCLUSIONE
Tutta la complessità della vicenda umana emerge nelle 320 pagine di Pergolini e Tortorella, un lavoro di inchiesta certosino, sino alla scioccante conclusione, con la Reggiani che ha ammesso alla stampa: «Non è stato odio, non ho mai odiato Maurizio. È stata stizza la mia.

Soltanto stizza Ho pagato quel che dovevo, avendo fatto uccidere il mio ex marito. Non di più, non di meno».

 

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