Paolo Rossi senza pace: i suoi cimeli rubati dallo stadio del Vicenza

Paolo Rossi senza pace: i suoi cimeli rubati dallo stadio del Vicenza
di Claudia Guasco
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Lunedì 15 Febbraio 2021, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:38

La casa svaligiata il 12 dicembre, mentre a Vicenza si celebrava il funerale. E ora si scopre che alcuni storici cimeli della carriera calcistica di Paolo Rossi, morto lo scorso 10 dicembre, sono svaniti nel nulla. Rubati, stando alla denuncia di Nerio De Bortoli, curatore del Vicenza Calcio spa, fallito il 18 gennaio 2018. Furto contro ignoti, ha messo a verbale a gennaio.

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Convocazione ai mondiali

La sottrazione, come anticipa il Giornale di Vicenza, sarebbe avvenuta nella sede del club, allo stadio Menti, prima della vendita all'asta alla nuova proprietà avvenuta nel 2018.

Il fatto è stato riferito al commercialista poco più di un mese fa, quando il turbamento per la morte del campione era ancora vivida. Così De Bortoli si è presentato in Procura e ha formalizzato la denuncia della sparizione. Tra i documenti mancanti ci sono il cartellino che il quattordicenne Paolo Rossi ha firmato quando il Vicenza lo arruolò dalla Juventus nel 1976: il contratto è stato firmato da Giussy Farina, all'epoca presidente del Lanerossi Vicenza, e da Pablito ed è stato depositato in Figc. Sparito anche il documento dei premi partita e degli incentivi legati ai gol realizzati nel primo anno dell'attaccante con i veneti. E volatilizzato il telegramma con cui Rossi ha ricevuto la convocazione ufficiale per i Mondiali del 1978, quelli tenuti in Argentina e in cui l'Italia chiuse al quarto posto. Tutti questi attestati non compaiono nell'inventario e questo ha convinto il curatore a recarsi in procura e a presentare denuncia. Tutto il materiale è sparito tra il 16 gennaio e l'inizio di marzo 2018. Fino a metà gennaio, due giorni prima che il tribunale dichiarasse il fallimento del Vicenza Calcio spa, si trovavano ancora in sede e a provarlo sono le fotografie scattate quel giorno dal consigliere comunale Andrea Berengo. Il furto sarebbe avvenuto nella sede del club, allo stadio Menti, prima della vendita all'asta alla nuova proprietà all'imprenditore Renzo Rosso, fondatore della Diesel.

Il museo

Uno sfregio per l'eroe dei Mondiali dell'82, morto a 62 anni lasciando un ricordo indelebile. Era un simbolo del calcio, non solo quello italiano, ha conquistato il titolo di capocannoniere di quel Mundial e fu premiato anche con il pallone d'oro, trofeo che hanno vinto solo quattro giocatori italiani. Per celebrarlo Vicenza si prepara a ricordarlo per sempre con una fondazione e un museo, ora il furto dei suoi ricordi è un colpo ancora più duro. «C'è la volontà - annuncia il sindaco Francesco Rucco - di unirci alla famiglia istituendo una Fondazione e realizzando un museo con i suoi cimeli». A inizio febbraio il primo cittadino ha incontrato la moglie Federica Cappelletti, il figlio Alessandro Rossi e ha posto le basi dell'iniziativa. «Ogni giorno che passa - racconta Federica - riscontro l'amore enorme che circonda Paolo. Non solo in Italia, ma anche nel mondo. E proprio in quest'ottica rientra il mio ritorno a Vicenza, città che Paolo sentiva come sua. Con il sindaco abbiamo avuto un incontro davvero affettuoso durante il quale si è parlato di una serie di possibili iniziative che la città vuole fare come ad esempio una mostra o un museo». Ma non solo. «La famiglia - conferma il primo cittadino - ci ha manifestato la volontà di creare una Fondazione intestata a Paolo». «Per ricordarlo in tutte le sue sfumature - aggiunge la moglie Federica - che vanno dal campione all'uomo».

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