La casa svaligiata il 12 dicembre, mentre a Vicenza si celebrava il funerale. E ora si scopre che alcuni storici cimeli della carriera calcistica di Paolo Rossi, morto lo scorso 10 dicembre, sono svaniti nel nulla. Rubati, stando alla denuncia di Nerio De Bortoli, curatore del Vicenza Calcio spa, fallito il 18 gennaio 2018. Furto contro ignoti, ha messo a verbale a gennaio.
Convocazione ai mondiali
La sottrazione, come anticipa il Giornale di Vicenza, sarebbe avvenuta nella sede del club, allo stadio Menti, prima della vendita all'asta alla nuova proprietà avvenuta nel 2018.
Il museo
Uno sfregio per l'eroe dei Mondiali dell'82, morto a 62 anni lasciando un ricordo indelebile. Era un simbolo del calcio, non solo quello italiano, ha conquistato il titolo di capocannoniere di quel Mundial e fu premiato anche con il pallone d'oro, trofeo che hanno vinto solo quattro giocatori italiani. Per celebrarlo Vicenza si prepara a ricordarlo per sempre con una fondazione e un museo, ora il furto dei suoi ricordi è un colpo ancora più duro. «C'è la volontà - annuncia il sindaco Francesco Rucco - di unirci alla famiglia istituendo una Fondazione e realizzando un museo con i suoi cimeli». A inizio febbraio il primo cittadino ha incontrato la moglie Federica Cappelletti, il figlio Alessandro Rossi e ha posto le basi dell'iniziativa. «Ogni giorno che passa - racconta Federica - riscontro l'amore enorme che circonda Paolo. Non solo in Italia, ma anche nel mondo. E proprio in quest'ottica rientra il mio ritorno a Vicenza, città che Paolo sentiva come sua. Con il sindaco abbiamo avuto un incontro davvero affettuoso durante il quale si è parlato di una serie di possibili iniziative che la città vuole fare come ad esempio una mostra o un museo». Ma non solo. «La famiglia - conferma il primo cittadino - ci ha manifestato la volontà di creare una Fondazione intestata a Paolo». «Per ricordarlo in tutte le sue sfumature - aggiunge la moglie Federica - che vanno dal campione all'uomo».