Paolo Calissano «si è suicidato, non è morto per droga»: il fratello Roberto annuncia la chiusura delle indagini

Sulla sua morte la procura di Roma aveva aperto un'inchiesta e oggi il fratello, Roberto Calissano, annuncia l'archiviazione

Paolo Calissano «si è suicidato, non è morto per droga»: il fratello Roberto annuncia la chiusura delle indagini
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 09:37

Paolo Calissano è morto a Roma il 30 dicembre del 2021. A trovare il corpo dell'attore nel suo appartamento della Balduina fu la sua ex fidanzata Fabiola Palese. A ucciderlo un'intossicazione da farmaci antidepressivi. Una storia di solitudine con fulmini di fortuna nel lavoro. Troppo brevi per salvarlo. Nei prima anni 2000, l'amica Ana Lucia Bandeira Bezzerra muore per overdose nel suo appartametno di Genova, un errore pagato da Paolo con un periodo in comunità per disintossicarsi. Ma una macchia che il mondo dello spettacolo probabilmente non gli ha mai "perdonato".

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Paolo Calissano, chiusa l'inchiesta sulla morte

Sulla sua morte la procura di Roma aveva aperto un'inchiesta e oggi il fratello, Roberto Calissano, annuncia l'archiviazione. L'imprenditore 54enne affiancato dal suo avvocato, la penalista genovese Santina Ierardi, vuole dire la sua: «Vorrei liberare la memoria di Paolo dallo stigma della tossicodipendenza», dice per prima cosa. Secondo quanto spiega Roberto, Paolo non è morto per uso di droghe. «Il pm che ha indagato per undici mesi sulla sua morte aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi». Lo racconta al Corriere della Sera l'imprenditore. «Quella sera Paolo accettò il rischio di morire, molto probabilmente». Quindi Paolo Calissano si è suicidato? «Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo».

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Parla il fratello

Roberto però tiene riservata l'ipotesi di reato formulata dai pm: «Ci siamo impegnati a non rivelarlo prima della conclusione, ma basti sapere che sono state ricostruite le difficoltà patrimoniali di Paolo».

A trovare il corpo di paolo fu l'ex compagna, un'imprenditrice romana. «Fabiola fa parte dei nostri affetti, il suo dolore è stato fortissimo. Allora si disse perfino che Paolo fu ritrovato in stato di decomposizione. Oggi l’indagine ha chiarito che in realtà era morto da poco, nella notte fra il 29 e il 30 dicembre. L’abbandono è stata una fantasia di alcuni media».

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Poi il ricordo dell'ultima telefonata: «Il 19 dicembre. Era giù. Non gli feci abbastanza domande, forse. Tutto rimase nella sfera del non detto». La vera difficoltà da quanto racconta Roberto per Paolo era riuscire a togliere quella macchia che ormai le persone gli avevano tatuato addosso. «Aspirava al diritto all’oblio. Invece i motori di ricerca continuavano a risputare fuori quell’episodio legato al consumo di stupefacenti. Non riusciva a liberarsene. Lavorare era diventato impossibile. Perciò almeno oggi, dopo la sua morte, vorrei che fosse fatta un’operazione verità nei suoi confronti».

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