Djokovic, l'Australia gli revoca di nuovo il visto. Il governo ne chiede il fermo da sabato, Nole (per ora) resta fino all'udienza

Nole fa appello: espulsione sospesa, deciderà domenica la Corte Federale

Djokovic, l'Australia gli revoca di nuovo il visto. Ricorso immediato al giudice, in corso l'udienza
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 09:36

Caso Novak Djokovic: il ministro dell'immigrazione australiano, Alex Hawke, ha annullato il visto del numero 1 del tennis che entro poche ore potrebbe essere costretto a lasciare il paese. Hawke ha usato uno dei massimi poteri che il ruolo gli riserva in un settore in cui l'Australia ha sempre usato estrema durezza nel tentativo di contenere l'immigrazione illegale anche prima che gli scenari si intrecciassero con la questione della pandemia.

Intanto Novak Djokovic sarà posto in detenzione domani dopo essere stato sentito dalla polizia di frontiera e nel frattempo potrà restare a fianco dei suoi avvocati mentre preparano le richieste da presentare ad una nuova udienza prevista per domenica mattina.

Lo ha stabilito il giudice dello Stato di Vittoria Anthony Kelly dopo la richiesta del governo. Il giudice ha ordinato ai funzionari di frontiera di non espellere il tennista fino all'esito della battaglia legale in corso. Ha anche ordinato ai legali di Djokovic di presentare e notificare le richieste e dichiarazioni giurate.

Il caos

 Nel caos l'Australian Open che il campione serbo contava di vincere per sorpassare i rivali Nadal e Federer: tutti e tre sono a quota 20. Ieri era avvenuto il sorteggio per comporre il tabellone del torneo che inizierà lunedì 17 gennaio: Djokovic è stato abbinato al connazionale Miomir Kecmanovic e quindi potrebbe trovare Berrettini nei quarti. Sale intanto la richiesta di dimissioni degli organizzatori del Torneo, accusati di non essere stati meticolosi nell'affrontare l'iscrizione del campione serbo esponendo così l'Australia a uno scandalo internazionale che nuoce all'immagine del paese. Djokovic rischia anche di non potere tornare in Australia per tre anni.

Djokovic, il campione che non riesce proprio a farsi amare

"Nole" di nuovo davanti al giudice Kelly: udienza in corso

È iniziata attorno alle 20.45, le 10.45 italiane, l'udienza per le indicazioni di impugnazione legale di Novak Djokovic dopo l'annullamento del visto da parte del ministro per l'Immigrazione Hawke, a renderlo noto la Federal Circuit Court of Australia. Il giudice Anthony Kelly, lo stesso che lunedì ha dato ragione al tennista serbo sulla validità del visto, presiede l'udienza. L'udienza non sarà decisiva ma darà qualche indicazione su quali saranno i prossimi passi per Djokovic.

Gli avvocati di "Nole"

Viene definita «palesemente irrazionale» la condotta che ha portato il ministro dell'Immigrazione australiano, Alex Hawke ad annullare il visto a Novak Djokovic i legali del tennista serbo. Secondo il legale Nick Wood il ministro considera il potenziale di «forte sentimento anti-vax» se a Djokovic sarà permesso di rimanere in Australia ma senza considerare gli effetti se fosse costretto a lasciare il paese.

In Australia fino a lunedì

L'avvocato Stephen Lloyd, che rappresenta il Ministro dell'Immigrazione Alex Hawke e il Governo australiano nell'udienza per impugnazione caso Djokovic, ha affermato che «il ministro è disposto a impegnarsi a non cercare di far espellere Djokovic fino a quando non sarà presa una decisione definitiva in tribunale». Al campione dovrebbe anche essere evitato il nuovo trasloco nell'ex hotel - casa di detenzione.

Un primo ricorso è stato accolto nei giorni scorsi consentendo al campione di lasciare l'ex hotel di Melbourne trasformato in centro di detenzione e luogo di quarantena per immigrati non considerati regolari. Edificio dov'è finita anche la tennista ceca Renata Voracova prima di essere espulsa sempre per questioni legate al vaccino e al visto. Un trattamento che non fa che acuire le polemiche sul caso del campione che invece è ancora in Australia.

Nuovo colloquio

Novak Djokovic dovrà intanto presentarsi per un colloquio con i funzionari dell'immigrazione nella giornata di sabato: il dipartimento degli Affari interni ha già contattato i legali del tennista. Dopo la decisione del ministro, Djokovic di fatto non ha un visto valido e deve andare in detenzione o salire su un aereo per tornare a casa. I legali del tennista serbo starebbero valutando l'opzione dell'appello puntando presumibilmente su un processo semplificato con tempi ridotti per le osservazioni scritte e le prove verbali. I tempi sono molto stretti, il 17 gennaio partono infatti gli Australian Open.

Il ministro

Ho esercito il mio potere di annullare il visto che Novak Djokovic aveva ottenuto per motivi di salute ritenendo che non fosse nell'interesse del pubblico», ha detto Hawke in una nota, aggiungendo che «il governo Morrison è fermamente impegnato a proteggere i confini dell'Australia, in particolare in relazione alla pandemia di Covid-19». Annullando il visto del numero uno di Tennis, il ministro australiano ha voluto «ringraziare gli ufficiali del Dipartimento degli affari interni e dell'Australian Border Force che lavorano ogni giorno per servire gli interessi dell'Australia in ambienti operativi sempre più difficili».

 

La dichiarazione del primo ministro Scott Morrison (Partito Liberale)


«Capisco che, dopo un'attenta considerazione, il ministro abbia intrapreso un'azione per annullare il visto del signor Djokovic trattenuto per motivi di salute, sulla base del fatto che ciò è nell'interesse pubblico. Questa pandemia è stata incredibilmente difficile per ogni australiano, ma siamo rimasti uniti e abbiamo salvato vite e mezzi di sussistenza. Insieme abbiamo raggiunto uno dei tassi di mortalità più bassi, indici economici più forti e tassi di vaccinazione più alti al mondo. Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici venga protetto. Questo è ciò che il ministro sta facendo oggi. Le nostre forti politiche di protezione delle frontiere hanno mantenuto gli australiani al sicuro, prima del Covid e ora durante la pandemia. A causa dei previsti procedimenti legali in corso non fornirò ulteriori commenti».

La storia di Novak Djokovic agli Australian Open 2022 diventerà una serie su Netflix. Il caso che sta colpendo il numero uno al mondo sarà parte integrante del documentario sul tennis che la piattaforma streaming ha già cominciato a girare. Secondo l'indiscrezione del "Daily Mail", la troupe sarebbe al lavoro da giorni e avrebbe già filmato molte scene inedite che sveleranno il dietro le quinte della vicenda.

L'idea di Netflix era realizzare una serie simile a "Drive to survive", che racconta il mondo della Formula 1 dall'interno. Nessuno della produzione aveva ovviamente previsto un evento del genere, ma adesso la docuserie potrebbe diventare una delle più attese

 

Il caso Djokovic diventa una serie Netflix

La serie sarà realizzata dalla Box To Box Films, con sede a Londra, e il produttore esecutivo è James Gay Rees, che ha realizzato anche quella sulla F1. Il successo di quest'ultima ha spinto i produttori a spostarsi sul tennis. La troupe seguira il circuito per tutta la stagione e racconterà ovviamente anche la storia del no vax più celebre del momento. La stessa casa di produzione ha realizzato un film sulla vita di Steven Gerrard e Cristiano Ronaldo. 

Della possibilità di girare una serie sul tennis aveva parlato prima di Natale Andy Murray. «Molte persone hanno parlato di Drive to Survive. Ho visto io stesso alcuni episodi, mi sono divertito e qualcosa del genere sarebbe davvero buono anche per il tennis» aveva detto. E' stato accontentato. 

 

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