Noemi Letizia chiede i danni (da Sorrentino a Fabri Fibra): «Guai a chiamarmi papi girl». Cento richieste di risarcimento

Nell’analisi della vicenda messa a punto dagli avvocati finiscono anche le “cene eleganti” a Villa Certosa

Noemi Letizia chiede i danni (da Sorrentino a Fabri Fibra): «Guai a chiamarmi papi girl». Cento richieste di risarcimento
di Maria Chiara Aulisio
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Sabato 2 Aprile 2022, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 17:25

Cento richieste di risarcimento danni nei confronti di chi, in questi anni, l’ha “insultata e strumentalizzata”. Si parte da cinquemila euro ma si arriva a cifre da capogiro quantificate - dice lei - in base alla gravità dell’ingiuria. Noemi Letizia, l’adolescente del “Casoriagate”, si affida a un noto studio di avvocati napoletani e va giù duro: «Basta così. Aspetto un altro figlio, il quarto, ora lo devo a loro. Chi ha gettato fango su di me, devastando la mia reputazione e la mia psiche, pagherà fino all’ultimo centesimo. Ero una ragazzina, adesso sono una donna: mi avete ferita, assumetevi le vostre responsabilità». Cento richieste di danaro, dunque, “per dimenticare il passato e guardare finalmente al futuro”: «Ho trent’anni, un bel lavoro e una famiglia fantastica. Guai a chi continuerà a chiamarmi “papi girl”».

Avvocati al lavoro da settimane alla ricerca di cognomi e indirizzi da identificare nella gran quantità di materiale, ritenuto offensivo, raccolto da Noemi Letizia. Ma andiamo con ordine e diamo uno sguardo al lungo elenco di nomi che entrano a far parte dei fascicoli depositati in tribunale. Si va dal regista napoletano Paolo Sorrentino al rapper marchigiano Fabri Fibra. Il primo “colpevole” di averla rappresentata - nel film “Loro 2” sulla vita di Silvio Berlusconi - in maniera “infamante” e secondo lei “assai lontana dalla realtà”; il secondo di averla inserita “impropriamente” nel brano dal titolo “Escort” che nella strofa “incriminata” canta così: “Ho sognato di condurre Striscia la Notizia con Noemi Letizia fatta a pezzi in una borsa di Krizia.

Davo il culo per un posto in tv o un pezzo di pizza”. Nel mezzo, tra il regista e il cantante, citati in giudizio decine di giornalisti e opinionisti (dalla carta stampata alla televisione, locale e nazionale, passando per radio e siti web) insieme con i cosiddetti “leoni da tastiera”. Vale a dire - scrivono gli avvocati - chi, utilizzando i social network, ha provocato «danni personali, alla salute, all’immagine e alla sfera della personalità della nostra assistita». Non solo: «Metteremo nel conto - aggiungono - quant’altro sarà accertato dai giudici competenti, a carico - per ora - di una prima parte dei soggetti che hanno offeso in maniera invalidante Noemi Letizia».

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Nell’analisi della vicenda messa a punto dagli avvocati - e che ora dovrà essere valutata dalla magistratura - finiscono anche le “cene eleganti” a Villa Certosa e, inevitabilmente, l’anno 2009, quando l’allora premier Silvio Berlusconi arrivò a sorpresa alla sua festa dei 18 anni in un locale sulla circumvallazione esterna, il giorno prima di un vertice straordinario convocato in prefettura sui rifiuti che affogavano la città: «Si tratta di danni morali e materiali che risalgono al tempo in cui Noemi Letizia era adolescente. E che riemergono oggi in maniera più grave. All’epoca - scrivono sempre gli avvocati - la pressione mediatica fu fortissima, la ragazza si trovò a dover gestire in autonomia una situazione di gran lunga superiore alle sue capacità e non venne tutelata da nessuno. Ancora minorenne non trovò la forza di reagire, inconsapevole di quali sarebbero state le conseguenze future». A cominciare dal ricorso alla psicoterapia - sempre secondo i legali - per cercare di superare il “male” subito, ma anche su questo a fare le necessarie valutazioni saranno i magistrati. 

Un “tritacarne mediatico” lo definiscono gli avvocati. La ragazza di Portici secondo loro sarebbe finita in un vortice di “insulti e maldicenze” creato da chi avrebbe avuto interesse a “strumentalizzare e amplificare queste notizie per fini politici, cinematografici, giornalistici e economici” e adesso sarà chiamato a risponderne in tribunale: «Lo fa per i suoi figli - si legge tra le motivazioni - hanno il diritto di conoscere la verità. Devono sapere che la madre non è quella descritta da giornali e tv». Attenzione. Da oggi in poi chiunque decida di parlare, o scrivere, di Noemi Letizia è meglio che sappia di essere a rischio: «Abbiamo già preparato cento richieste di risarcimento, non esiteremo ad aggiungerne altre. Ogni commento fuori luogo, ogni parola non consona alla dignità di una persona, affidata ai social o riferita dai media, verrà denunciata nelle sedi competenti civili e penali. In attesa di far venire fuori la verità dei fatti - concludono - non sarà permesso a nessuno di continuare a gettare fango».

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