Nick Bollettieri, il re del tennis è in fin di vita. La figlia: «Papà sta per lasciarci»

L'uomo che ha cambiato il tennis, per mezzo secolo grintoso in campo, dall'alba al tramonto, nell'immancabile tuta ginnica, ha 91 anni.

Nick Bollettieri, il re del tennis è in fin di vita. La figlia: «Papà sta per lasciarci»
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Lunedì 21 Novembre 2022, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 09:27

Il mondo del tennis è pronto a salutare il suo guru, il mitico Nick Bollettieri che sembrava immortale e invece a 91 anni sta lottando per la vita. E' stata la stessa figlia a rivelarlo con un post su Instagram: «Papà è prossimo al passaggio ad un altro luogo. Vi prego di tenerlo nei vostri pensieri per una partenza serena e un viaggio meraviglioso. Ti vogliamo bene papà», ha scritto Angelique Anne.

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QUANTI TALENTI
L'uomo che ha cambiato il tennis, per mezzo secolo grintoso in campo, dall'alba al tramonto, nell'immancabile tuta ginnica, con la racchetta o il microfono in mano, e il solito sorriso da pubblicità stampato sul viso brunito. Nick dalle mille rughe e dai centomila segreti ha scoperto, seguito e influenzato tantissimi tennisti. Tra cui spiccano Andre Agassi, Monica Seles, Maria Sharapova e Jim Courier, che ha creato, portando Jim e Monica al numero 1 del mondo.

Ma ha accompagnato a tratti anche altri grandi protagonisti: da Marcelo Rios a Pete Sampras a Boris Becker, da Mary Pierce ad Anna Kournikova, da Jennifer Capriati a Jelena Jankovic alle sorelle Williams.

 


L'ALLIEVA ITALIANA
«Ha forgiato atleti ma anche persone, almeno per me è stato un maestro di vita, un grande uomo che mi ha trattato come una figlia, era uno psicologo con un carisma non indifferente che oltre al tennis sapeva anche insegnare il comportamento, le regole», sottolinea Raffaella Reggi, oggi telecronista, che a 14 anni prese la valigia sulla rotta Faenza-Bradenton, in Florida, per studiare l'arte della racchetta alla famosa Bollettieri Academy e nel 1988 è salita al numero 13 del mondo. Come la Seles per le atlete dell'Est europeo, Raffy ha aperto la strada ad altri italiani, dallo sfortunato Federico Luzzi a Sara Errani a Gianluigi Quinzi. «Appena mi vide mi disse: Facciamo una scommessa: Entro un anno entri fra le top 50. Ci misi solo 7 mesi, e non lo ringrazierò mai abbastanza anche per la mentalità che mi ha trasmesso, che poi mi ha fatto fare il salto di qualità che tanto mi è servito nella vita».


NAPOLETANO
Nick James Bollettieri, nato il 31 luglio 1931 a Pelham (New York), era fiero delle origini napoletane che gli venivano dai genitori immigrati. Ed era sempre estremamente disponibile anche coi media italiani. E' stato il pioniere delle scuole di allenamento all included (tutto incluso), le famose Academy che curano il tennista in ogni particolare, come all'università, fornendogli tutti i servizi: dal coach alle strutture mediche, dal fisioterapista all'osteopatia allo psicologo. Proprio il concetto di full immersion ha caratterizzato dal 1978 la scuola Bollettieri e i suoi giovanissimi adepti del classico corri e tira che fossero disposti a restare ore e ore sui tanti campi di cemento all'aperto dei 160mila quadri della struttura, affinando le proprie caratteristiche tecniche e caratteriali. Nel nome del sogno americano che, per tantissimi, resta la via del riscatto sociale di intere famiglie.


EREDITÀ
Malgrado la IMG che è subentrata a Bollettieri nella gestione finanziaria del progetto abbia cambiato nome alla Academy, fino all'ultimo tutti gli aspiranti stregoni e i loro genitori hanno chiesto un contatto col grande istrione, l'uomo delle grandi visioni, il primo grande comunicatore del tennis. Che ha avuto anche 7 mogli, l'ottava è Cindy, e 7 figli (2 adottati). E che lascia sicuramente un ricordo fondamentalmente positivo, avendo tirato fuori il meglio da onesti giocatori come Aaron Krickstein e Jimmy Arias, ed avendo intuito al primo sguardo le qualità uniche dei fuoriclasse-bambini, favorendoli da subito con una borsa di studio come fece con il giovanissimo Agassi. Anche se il Punk di Las Vegas piangeva al telefono col padre perché voleva scappare di prigione.
v.m.

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