Mika, la fuga da Beirut, il sequestro del padre e la perdita della mamma: «Da quel giorno vivo come fossi morto»

Mika, la fuga da Beirut, il sequestro del padre e la perdita della mamma: «Da quel giorno vivo come fossi morto»
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Venerdì 16 Settembre 2022, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 01:41

«Mia madre è morta per un tumore al cervello. Da quel giorno vivo come se fossi morto», racconta Mika in un'intervista a 7 il settimanale del Corriere della Sera. Il cantante, 39 anni, nato a Beirut, il 19 settembre sarà a Verona per un grande concerto.Madre libanese, padre americano, lui, terzo di cinque figli, si racconta a un anno dalla morte della madre.

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Fuga da Beirut


Nel 1984, a due anni, fugge con la famiglia da Beirut. «Tornavamo da una cena e abbiamo trovato il muro della stanza delle mie sorelle buttato giù da una bomba.

Siamo scappati senza niente».

Il sequestro del padre


«Mio padre era consulente finanziario - racconta - accettava incarichi pericolosi come andare a chiudere una banca in Kuwait, peccato che quella notte Saddam Hussein invadesse il Kuwait (la Guerra del Golfo) e mio padre venisse sequestrato per 7 mesi. La casa si è riempita di donne per pregare. Le musulmane bevevano caffè, le cristiane ci obbligavano a recitare il rosario. Ho recitato il rosario per sette mesi».

 

Londra e il bulllismo

«Mio padre perde il lavoro e andiamo a Londra. Viviamo per due anni in un Bed & Breakfast. Sette persone in due stanze. Io che venivo da una piccola scuola privata arrivo in questa scuola pubblica di tremila studenti. Arrivo coi vestiti disegnati da me e cuciti da mamma.Non vengo accettato né dai compagni, né dagli insegnanti. Ce ne era una in particolare che sceglieva tra gli studenti le vittime su cui comporre poesie cattive da far recitare alla classe intera. Di me scriveva: “pigro, idiota, scemo, inconsapevole, stravagante”».

La sessualità

«Mia madre pensava che la mia sessualità fosse una provocazione. Diceva: “Lo fai perché va di moda? Poi
inizia a capire che il ragazzo sempre con me, Andreas, non è un collega, ma altro».

La mamma

«Mia madre spendeva soldi, non per sé stessa, mai comprato un vestito per sé, li spendeva per noi, per la scuola: a Parigi andavamo alla scuola pubblica, in seguito, per problemi vari tra cui la mia dislessia, ci ha spostato in quella privata, costosissima. Si vendette un bracciale d’oro. Ha venduto tutti i suoi gioielli per noi. Ma appena abbiamo potuto, io e le mie sorelle siamo andati a ricomprarle tutto».

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