Michele Bravi a Domenica In: «Dopo l'incidente ho sofferto tanto, ma un "angelo" mi ha salvato»

Michele Bravi a Domenica In: «Dopo l'incidente sofferto tanto, ma un "angelo" mi ha salvato»
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Domenica 24 Gennaio 2021, 17:29 - Ultimo aggiornamento: 17:30

Michele Bravi torna a Domenica In a quasi quattro anni di distanza dall'ultima volta. Era dal 2017 che il cantante non partecipava al salotto domenicale di Rai Uno e, da allora, tante cose sono cambiate nella sua vita. Con Mara Venier ha parlato della sofferenza causatagli dall'incidente nel quale una donna perse la vita nel 2018. «Posso capire quanta sofferenza ci sia stata», ha detto la conduttrice a Michele Bravi che ha risposto: «È stata tanta, ma sono in una posizione privilegiata, perché ho avuto la fortuna di avere una persona per capire come trovare la mia geografia nel buio. Credevo che la mia storia fosse tanto particolare e difficilmente comprensibile».

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«Il mio angelo adesso è dall'altra parte del mondo, ci sentiamo raramente»

Di questa persona, che Bravi chiama «il mio angelo», ha detto: «Lui adesso è dall’altra parte del mondo per motivi di lavoro, ci sentiamo raramente, ma mi sono accorto che questo fatto di chiamarlo angelo non è casuale».

E ha aggiunto: «Il linguaggio del dolore è sempre lo stesso e tutti abbiamo avuto un angelo che ci ha indicato la strada». Michele Bravi ha raccontato quei giorni di profonda sofferenza: «Quella è una sensazione claustrofobica, non sai dove sei e cosa sei e il fatto di aver avuto quella persona vicina è stato avere una voce costante che mi indicava la via. Piano piano ho costruito una piccola geografia, capire come orientarmi. Per uscire dal buio devi passarci attraverso, me lo diceva sempre questa persona».

Il giovane cantante ha poi raccontato: «L’ultima sera ho avuto un momento dissociativo allucinatorio molto forte e ciò che faceva era prendermi la testa tra le mani e aspettare che io tornassi lì». Ma il suo "angelo" l'ha aiutato a convivere con questo dolore: «Siamo stati in silenzio tanto, abbiamo pianto tanto e poi ho detto che ero tanto contento che lui avesse vissuto quel dolore senza il quale non avrebbe avuto quella geografia».

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