Michela Murgia racconta per la prima volta le dinamiche nella sua queer family. E lo fa con un lungo post sulla propria pagina Instagram, rivelando, tra le altre cose, il suo rapporto con Claudia, definendolo per la prima volta come coppia omogenitoriale. La scrittrice smonta i pregiudizi degli utenti ripercorrendo con dolcezza i momenti che hanno portato le due ad unirsi. Raphael, il figlio condiviso, è parte integrante del racconto.
Madri insieme
«La famiglia è un posto dove si gestisce in modo strutturale il passaggio tra le generazioni.
Il racconto
«La decisione presa in quello scambio di sguardi non l’ho mai rimpianta - continua. Nei successivi dodici anni io ho divorziato, lei si è sposata, abbiamo vissuto tante cose insieme, ma una cosa non è mai cambiata: siamo rimaste le madri di Raphael. È stato facile? Sì e no. La parte facile l’ha fatta lui, che ha un’intelligenza emotiva che noi neanche dopo una vita di analisi. La parte difficile l’hanno fatta gli altri. Parentado biologico diffidente, quando non ostile. Compagni giudicanti. Conoscenti morbosi. Mille spiegazioni. Silenzi di protezione. La paura che a una dogana qualcuno ti chieda perché viaggi all’estero con un minorenne che non è tuo figlio».
«La certezza che non puoi andarlo a prendere a scuola, perché non sei nessuno. La preoccupazione che a lei succeda qualcosa e tu non possa dire: ci sono anche io. O che succeda qualcosa a te e lui non possa dire: era mia madre. Ci siamo nascoste per anni, madri in casa, amiche fuori, per far stare tranquillo il mondo. Poi un anno e mezzo fa mi sono ammalata ed è cambiato tutto Michi, devi venire. Che succede? Ho aperto per caso la cronologia del pc e ho trovato questo: “si può dare un rene a qualcuno che non ha il tuo sangue?” Da lì in poi, del sangue non ce n’è importato più niente».
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