Michela Murgia sui social mostra la sua famiglia queer: da Lorenzo Terenzi a Chiara Tagliaferri, ecco chi c'è

La scrittrice ha pubblicato un post in cui mette un altro tassello al diario social di questi giorni sulla sua sua malattia e sul modo di affrontarla con il sostegno della sua queer family

Michela Murgia sui social mostra la sua famiglia queer: «Raccontarla è una necessità politica»
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Venerdì 12 Maggio 2023, 16:17 - Ultimo aggiornamento: 19:25

Michela Murgia presenta la sua queer family sui social. E lo fa dicendo sui suoi profili social che raccontarla è una necessità «sempre più politica». La scrittrice ha pubblicato un post in cui mette un altro tassello al diario social di questi giorni sulla sua sua malattia e sul modo di affrontarla con il sostegno della sua queer family. Oggi racconta l'usanza sarda di utilizzare il termine è «sa sposa/su sposu» riferita a rapporti che col fidanzamento non hanno nulla a che fare, così come col genere o con l'età. «Nella queer family che vivo non c'è nessuno che non si sia sentito rivolgere il termine sposo/sposa in questi anni. Dopo lo sconcerto dei non sardi, ha vinto l'evidenza: l'elezione amorosa va mantenuta primaria, perché nella famiglia cosiddetta tradizionale i sentimenti sono vincolati ai ruoli, mentre nella queer family è esattamente il contrario: i ruoli sono maschere che i sentimenti indossano quando e se servono, altrimenti meglio mai». Insomma, sostiene la scrittrice che «usare categorie del linguaggio alternative permette inclusione, supera la performance dei titoli legali, limita dinamiche di possesso, moltiplica le energie amorose e le fa fluire».

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La famiglia di Michela Murgia

«La parola più queer che esista in sardo è "sa sposa/su sposu".

Letteralmente significa "fidanzata/fidanzato", ma nell'uso comune è piegata di continuo a rapporti con col fidanzamento non hanno nulla a che fare, così come col genere o con l'età. I padri e le madri chiamano così i figli, che la usano a vicenda e verso i genitori. I nonni e le nonne ci chiamano tutto il nipotame. Gli amici e le amiche si apostrofano in quel modo tra loro anche scherzosamente in forma tronca: "sa spò/ su spò"». Nel post c'è una carrellata delle persone che la accompagnano nella vita di tutti i giorni. «Nelle foto - spiega - esempi di sposa e sposo stabili della mia vita. Sono personali, certo, ma non vogliamo siano più private. La queerness familiare è una cosa che esiste e raccontarla è una necessità sempre più politica, con un governo fascista che per le famiglie non riconosce altro modello che il suo".

 

Il post sui social

Nella famiglia queer di Michela Murgia ci sono il futuro marito Lorenzo Terenzi e gli altri "Fillus de anima", figli dell'anima come scriveva nel suo romanzo più famoso, Accabadora. Ci sono il cantante lirico Francesco Leone, l'attivista Michele Anghileri e tante donne a lei molto legate, come le scrittrici Chiara Valerio e Chiara Tagliaferri.

«Mia zia e mia nonna mi hanno chiamata più così che col mio nome e mio fratello mi risponde al telefono tutt'ora in quel modo. È come se l'intera isola tutti i giorni tenesse insieme i ruoli attraverso la categoria del fidanzamento e a pensarci bene è curioso, perché è una categoria incompiuta (una promessa) e non rappresenta alcun titolo familiare. Sposa e sposo sono parole che indicano l'elezione affettiva, non un ruolo. Lo scopo del fidanzamento è conoscersi e piacersi al punto da farsi balenare la felicità a vicenda e mi pare una postura sentimentale molto bella da esercitare. Nella queer family che vivo non c'è nessuno che non si sia sentito rivolgere il termine sposo/sposa in questi anni. Dopo lo sconcerto dei non sardi ha vinto l'evidenza: l'elezione amorosa va mantenuta primaria, perché nella famiglia cosiddetta tradizionale i sentimenti sono vincolati ai ruoli, mentre nella queer family è esattamente il contrario: i ruoli sono maschere che i sentimenti indossano quando e se servono, altrimenti meglio mai. Usare categorie del linguaggio alternative permette inclusione, supera la performance dei titoli legali, limita dinamiche di possesso, moltiplica le energie amorose e le fa fluire».

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