«I Ferragnez vanno al Met Gala». La conferma è arrivata. Chiara Ferragni ha postato su Instagram la conferma che lei e Fedez saranno tra gli ospiti dell'attesissima serata newyorkese, l'evento di beneficenza dedicato alla moda che torna dopo due anni di pandemia proprio stasera. Lei è partita per il Messico nei giorni scorsi per raggiungere poi New York dove è arrivato anche Fedez. Ora bisogna solo aspettare di vedere i prossimi post: vestiti, glam, ospiti di una serata che si preannuncia indimenticabile. La coppia indosserà probabilmente dei look firmati Versace (Donatella è stata taggata nel post).
L'omaggio all'età dell'oro e le polemiche
Questa si preannuncia infatti come l'edizione delle polemiche. Il tema di questo Met Gala targato 2022 sarà infatti il "Gilded glamour". Un omaggio all’età dell'oro americana. Un «period drama» tra bustini e corsetti, abiti sfarzosi che svolazzano in valzer e quadriglie. L'indicazione sull'invito evoca la «Gilded Age», l'era di grande opulenza della fine dell'Ottocento quando una rapida industrializzazione allargò vertiginosamente il divario tra ricchi e poveri. Se il messaggio è chiaro, si apre però un dilemma per stilisti e celebrità: come tradurre il «glamour dorato e la cravatta bianca» in qualcosa che non sembri uno schiaffo al 99% degli americani? Il codice di abbigliamento riservato alle occasioni più formali e solenni come la cena dei Nobel o i ricevimenti della Regina Elisabetta rischia di apparire un anacronismo perfino nei circuiti miliardari che gravitano attorno al gala dove ogni posto a tavola costa 35 mila dollari.
«Basta con le celebrità vestite da lampadario»
Tom Ford e Anna Wintour ne hanno avuto abbastanza di celebrità vestite «come un hamburger o in abiti lampadario». Come si adeguerà Elon Musk, uno degli ospiti di passate occasioni? O il clan Kardashian, per la prima volta invitato al completo, compreso Pete Davidson, il boyfriend di Kim, e Kourtney che debutta al Met col fidanzato Travis Barker? Il gala celebra «In America-An Anthology of Fashion», il secondo capitolo di una rassegna sul modo di vestire a stelle e strisce che lunedì vedrà la First Lady Jill Biden ospite d'onore al lancio per la stampa. Si parte dalla fine del Settecento per fermarsi all'altro ieri, prima cioè che la Fashion Week di New York negli anni Ottanta e Novanta mettesse la moda americana sulla mappa globale della moda.
L'antologia include nomi noti, per lo meno negli Usa, come Charles James, un britannico che nel secondo dopoguerra vestiva le americane come se fossero parigine (leit-motiv ricorrente anche per le grandi dame della Gilded Age, soprattutto se di nuova ricchezza), Halston e Oscar de la Renta accanto ad altri più oscuri per illustrare - ha spiegato il curatore Andrew Bolton - il percorso creativo di una nazione anche attraverso chi è rimasto «una nota a piè pagina»: come lo stilista Cherokee Lloyd «Kiva» New o l'afro-americana Ann Lowe, pronipote di schiavi che nel 1953 disegnò l'abito da sposa di Jackie Kennedy.
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