Se n'è andato pochi giorni prima di compiere 87 anni. Marcello Piazza, infettivologo di fama mondiale tra i primi a studiare l'Aids è morto a Napoli, debilitato da tempo a causa di diverse patologie. I funerali si terranno domani nel capoluogo campano, alle 11, nella chiesa di Santa Maria a Piedigrotta.
Marcello Piazza, l'infettivologo che studiò l'Aids
Per decenni Marcello Piazza, per decenni professore di malattie infettive alla università Federico II di Napoli, è stato tra i primi studiosi di Aids in Italia, individuando la possibilità di contagio del virus attraverso piccole particelle di saliva a contatto con microlesioni della bocca. Proprio a Napoli aprì uno dei primi centri per l'assistenza ai malati della sindrome da immunodeficienza acquisita.
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Medico del Napoli di Ferlaino
Fu il medico dei calciatori del Napoli di Ferlaino che vinse due scudetti. Divenne noto tra i tifosi per aver salvato la vita al calciatore brasiliano Alemao, che all'epoca vestiva la maglia azzurra, cui diagnosticò in tempo una epatite fulminante.
Il suo nome è però legato agli studi sull'epatite. A lui si devono le prime sperimentazioni e il primo protocollo per la vaccinazione contro l'epatite B, da cui poi è derivata la legge sulla vaccinazione obbligatoria contro l'epatite B che porta il suo nome e che ha salvato tante vite in Italia per poi essere ricalcata in provvedimenti analoghi in moltissimi altri Paesi.
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Piazza era anche un collezionista d'arte
Piazza non fu soltanto medico, docente e scienziato di grande valore, maestro di una generazione di infettivologi campani, ma anche un appassionato esperto e collezionista di arte moderna.
Recentemente ha pubblicato la sua autobiografia dal titolo «Una vita, un grande amore». Tra gli allievi Guglielmo Borgia e Ivan Gentile sono quelli che hanno continuato nel solco tracciato da Marcello Piazza.