Maradona, tutti i misteri. L'amico: Diego sapeva che sarebbe morto. Battaglia sul Dna. «Riesumate la salma»

Maradona, tutti i misteri. L'amico: Diego sapeva che sarebbe morto. Battaglia sul Dna. «Riesumate la salma»
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Venerdì 4 Dicembre 2020, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 16:57

A 10 giorni dalla morte di Diego Armando Maradona i dubbi sulle sue ultime ore si infittiscono invece di diradarsi: le indagini sono aperte per omicidio colposo (ma l'aggravante del dolo non è stata ancora scartata) e abbandono di persona. Sullo sfondo, in attesa che si completi il quadro decisivo dell'autopsia, aumentano anche le divisioni tra i famigliari del campione deceduto a  60 anni in un'abitazione poco più che modesta e in un contesto deprimente che fa a pugni con la sua storia e con le sue condizioni di salute. Fa gola il patrimonio di Maradona, non vasto quanto si potrebbe immaginare ma comunque giudicato attorno ai 70 milioni di euro grazie soprattutto a prorietà immobiliari, e il complicato "stato di famiglia" dell'asso, che abbraccia due continenti e almeno tre donne, non favorisce le parti, da quelle legittime a quelle che aspirano ad esserlo forse con qualche ragione. Già annunciate numerose le richieste di disseppellire l'asso per poter effettuare paragoni del Dna.

L'autopsia

Maradona è morto per un attacco cardiaco che l'ha colpito nel sonno.

Il suo cuore è stato definito ipertrofico, una circostanza cha a sorpreso molti.  Si trovava a Tigre, a nord nell'area della grande Buenos Aires, nella stanza che ha stupito per la sua precariatà. con un water chimico. Non proprio il meglio per una persona nelle sue condizioni che doveva riprendersi da un intervento al lato sinistro del cervello per l'attenuazione di un edema subdurale effettuato pochi giorni in una clinica sempre nella capitale argentina.

Le ultime ore

Le ultime immagini del campione sono devastanti:  Maradona  sovrappeso e non assistito nemmeno dopo una di quelle cadute frequenti in chi ha subito un'operazione. Non hanno convinto le dichiarazioni dell'infermiera e delle tre figlie, Dalma, Giannina e Jana che puntano a scaricare ogni responsabilità al medico personale Leopoldo Luque, il chirurgo che lo aveva operato e che aveva dato il via libera alla convalescenza al di fuori della clinica. 

I medici

Non è l'unico medico finito sotto il faro della procura di San Isidro: nel mirino degli investigatori anche la psichiatra  Agustina Cosachov e la sua terapia farmacologica che comprendeva anche medicinali per attenuare l'effetto degli oppiacei. Importante sarà il risultato degli esami tossicologici (alla ricerca di eventuali tracce anche di alcol e droga) per i quali servirà almeno un'altra settimana. 

L'ultima caduta

«Maradona - ha detto l'avvocato Rodolfo Baqué che rappresenta l'infermiera Gisela Madrid - è caduto il mercoledì 18 prima della morte ( 25 novembre). Ha sbattuto la testa, pero non è mai stato portato in ospedale». Dubbi anche sull'ultima volta che il campione sarebbe stato controllato: l'orario delle 9.20 non viene più ritenuto attendibile. Da chiarire anche se fosse in stato di astinenza da droga.

La mamma dell'ultimo figlio riconosciuto

A referto anche le dichiarazioni di Mario Baudry, compagno e avvocato di Veronica Ojeda, una delle ultime compagne del campione, quella che gli ha dato nel 2013 Dieguito Fernando, il minore dei figli fra quelli riconosciuti: «Maradona voleva vedere Veronica, aveva il desiderio di incontrare il loro bambino, e lei è anche andata Tigre, ma poi custode e infermiera glielo hanno impedito, per me l'hanno lasciato morire». Fra i legittimi eredi ha il suo ruolo anche il figlio di 7 anni, i cui rappresentanti si sono già fatti vedere in tribunale.

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Le figlie 

In una lunga dichiarazione alla magistratura le figlie Jana e Dalma (madri diverse) hanno spiegato perché il padre era finito in quella sistemazione a Tigre così poco adatta alle sue condizioni: «Pensavamo fosse stata allestita una casa e un'assistenza domiciliare che però non si sono rivelate adeguate: l'abbiamo trovato molto provato. L'alternativa, subito dopo l'operazione, era quella di un ricovero forzato».

 

L'amico giornalista

Luis Ventura, giornalista amico di lunga data di Maradona che definito "caduto in povertà e in preda alla depresisone, ha poi raccontato al Clarin  una frase del campione anche questa al vaglio della magistratura: «Diego è morto sapendo quello che gli stava capitando». 

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