Lina Wertmüller, morta a 93 anni la regista protagonista del cinema italiano: prima donna candidata all'Oscar. Sabato il funerale

Fu la prima donna candidata all'Oscar come migliore regista. Nel 2020 ricevette la statuetta alla Carriera

Lina Wertmuller, morta a 93 anni la regista protagonista del cinema italiano
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 10:32

È morta Lina Wertmüller, la regista aveva 93 anni e si è spenta nella notte a Roma. Protagonista assoluta del cinema italiano è stata la prima donna nella storia ad essere candidata all'Oscar come migliore regista, per il film Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia del 1977. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar alla Carriera. Lina Wertmüller nacque a Roma il 14 agosto del 1928, origine aristocratiche e svizzere, sposata allo scenografo Enrico Job. La notizia del decesso è stata data da un amico di famiglia sui social.

 

La camera ardente per Lina Wertmuller sarà allestita in Campidoglio.

La notizia è stata data dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri che in un tweet la ricorda come «una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all'Oscar per la miglior regia».

Il funerale

Il funerale sarà celebrato sabato 11dicembre alle 11.30 nella Chiesa degli Artisti a Roma. La salma ha già ricevuto una prima benedizione dal parroco della stessa Chiesa.

Nel 2020 l'Oscar consegnato da Sofia Loren

Nel 2020 fu Sofia Loren a Los Angeles a consegnare l’ Oscar alla carriera alla regista sua grande amica. Nel  1991 Lina Wertmüller l’aveva diretta in “Fatto di sangue... e Peperoni ripieni e pesci in faccia”. Prima di darle la stuatuetta l'attrice le aveva dedicato un discorso vibrante, ricco di ammirazione: «Sei una dei più grandi registi di tutti i tempi».

Lina Wertmüller, la carriera

Una vita ricca di incontri e amicizie, quella di Lina Wertmuller, scomparsa oggi a Roma all'età di 93 anni e prima regista donna ad essere candidata all'Oscar nel 1977 per 'Pasqualino Settebellezze', anche se la prestigiosa statuina arriverà nel 2020 come Premio alla Carriera. Le amicizie e gli incontri nella vita della Wertmuller si riveleranno indispensabili e fondamentali per la sua carriera. Sui banchi di scuola conosce Flora Carabella che, qualche anno più tardi diventerà la moglie di Marcello Mastroianni (con lui e Sophia Loren girerà nel 1978 'Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politicì, pellicola che vanta il guiness dei primati come titolo più lungo nella storia del cinema), tra i suoi attori-icona accanto a Giancarlo Giannini. 

 

Ancora adolescente la giovane Lina frequenta il mondo del cinema e del teatro, si iscrive all'Accademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff, anima un teatro di burattini, collabora all'inizio con Guido Salvini, Giorgio De Lullo, Garinei e Giovannini, lavora in radio e televisione, firma la prima Canzonissima e il 'Giornalino di Gian Burrascà con Rita Pavone protagonista in abiti maschili. La sua prima apparizione sul grande schermo è del 1953 nel ruolo di segreteria di edizione con '... e Napoli canta!' di Armando Grottini, seguirà poi 'La dolce vità felliniana come aiuto regista. Il vero esordio è targato 1963 con 'I basilischì, girato tra la Basilicata e la Puglia, Vela d'argento al Festival di Locarno, mentre nel '68 sotto un 'nom de plumè (Nathan Witch) dirige un western all'italiana 'Il mio corpo per un poker' con un'affascinante Elsa Martinelli.

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La vita

Nella seconda metà degli anni '60 l'incontro con Giancarlo Giannini. Un matrimonio artistico perfetto, un sodalizio irripetibile foriero di trionfi, ovunque nel mondo ('Mimi metallurgico ferito nell'onorè, 'Film d'amore e d'anarchià, 'Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto, 'Pasqualino Settebellezzè, 'La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggià). Al suo attivo oltre 30 film anche come sceneggiatrice accanto a Sergio Sollima ('Città violentà), Pasquale Festa Campanile ('Quando le donne avevano la codà, 'Quando le donne persero la codà), Franco Zeffirelli ('Fratello Sole, sorella Lunà), Enrico Maria Salerno ('Nessuno deve saperè) e serie, corti e film tv, tra i quali 'Il decimo clandestinò, 'Francesca e Nunziatà, 'Roma, Napoli, Venezia... in un crescendo rossinianò. Nel suo lungo carnet anche la Radio, prosa e varietà, ('Prova generalè, 'Un Olimpo poco tranquillò, 'La dolce vitaccià) Il cinema si trasforma in una palcoscenico dove denunciare e affrontare con coraggio temi politici, come quello del terrorismo ('Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da stradà), ma anche per 'dipingerè affreschi storici ('Fernando e Carolinà). E intanto Lina Wertmuller riscopre un'altra grande passione, la lirica. Incursioni rare, ma non passate inosservate. 'Carmen' al San Carlo di Napoli per l'inaugurazione della stagione 1986-87, 'Bohèmè all'Opera di Atene nel 1997 accanto a diverse sceneggiature e regie teatrali che portano la sua firma.

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I riconoscimenti

Tra i riconoscimenti, oltre all'Oscar alla Carriera, il Premio Flaiano alla carriera (2008), il Globo d'oro alla carriera (2009), il David di Donatello alla carriera (2010), il cavalierato di gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. È stata insignita, inoltre, di due cittadinanze onorarie, dai comuni di Napoli e Minori. Lina Wertmuller Lascia un'eredità non solo artistica, ma di pensiero e di vita. In una intervista aveva dichiarato: «Più di quello che è stato, mi piace pensare a quello che farò. Forse un altro film, ho tanti progetti in cantiere, e magari un'altra autobiografia. Lavoro e scrivo sempre, ogni giorno, perché la chiave di tutto è sempre lì, nella storie». Un testamento anche per le nuove generazioni.

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