Laura Pausini: «Racconto in un film quello che ho perso»

Da domani su Amazon Prime il documentario "Piacere di conoscerti" sulla vita della cantante.

Laura Pausini: «Racconto in un film quello che ho perso»
di Mattia Marzi
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 07:11

Cosa sarebbe accaduto se quella 18enne timida e impacciata nel 93 non avesse trionfato tra i giovani al Festival di Sanremo con La solitudine? È la domanda alla quale a 47 anni Laura Pausini, alla vigilia dei festeggiamenti per i trent'anni di carriera, anticipati dall'esperienza di conduttrice dell'Eurovision Song Contest (dal 10 al 14 maggio condividerà il palco del PalaAlpitour di Torino con Mika e Alessandro Cattelan) e da un nuovo album («L'idea era di uscire già a ottobre 2021, ma sono bloccata: non ho canzoni che sento di voler cantare sul palco», dice), prova a rispondere con il film-documentario Piacere di conoscerti, da domani su Prime Video in 240 Paesi.

 


LA SOLITUDINE
«Me l'avevano già proposto nel 2018 e avevo rifiutato perché l'operazione mi sembrava autocelebrativa.

Poi una notte ho cominciato a scrivere sul telefono questa storia che avevo nella testa da quasi trent'anni», racconta la cantante romagnola. Il film, diretto da Ivan Cotroneo, è una storia di sliding doors: da un lato c'è la popstar che riempie le arene di tutto il mondo, dall'altro c'è l'aspirante cantante che dopo essere stata sconfitta a Sanremo torna a Faenza e apre un laboratorio da ceramista. Il momento di svolta è rappresentato proprio da La solitudine: «Ogni volta che riguardo il filmato mi viene da piangere: ha cambiato la mia vita». La Laura che conquista con i suoi dischi le classifiche internazionali vive gioie, ma anche tormenti: «Il momento più basso della mia carriera? Quando nel 2005 a Los Angeles vinsi il Latin Grammy con l'album Escucha: tornai in hotel e con me non c'era nessuno a festeggiare. Ordinai un panino. Il cameriere si presentò con una bottiglia di spumante per farmi compagnia».

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IL MATRIMONIO
L'incontro con il chitarrista Paolo Carta cambiò tutto: «Dieci anni fa mi chiese di sposarci, ma la settimana dopo rimasi incinta. Decidemmo di rimandare in attesa che Paola (nata nel 2013, ndr) diventasse grande. Dovevamo celebrare le nostre nozze l'anno scorso, ma con il Covid era un caos. Nel frattempo sono arrivati tanti impegni. Stiamo insieme da diciassette anni: la fede sarebbe solo un atto simbolico», racconta. L'altra Laura, quella della dimensione parallela, fa la ceramista e si esibisce nei pianobar, continuando a fare quello che faceva prima di Sanremo insieme al papà. Nel finale le due si incontrano sulle note del singolo Scatola: «Avevo bisogno di ritrovarmi dopo aver vissuto una crisi durante il lockdown. Prima il Golden Globe, poi la nomination agli Oscar con Io sì (Seen): mi accadevano cose belle mentre intorno a me tutti soffrivano. Mi sono chiesta: perché proprio a me? dice la cantante, lasciandosi scappare qualche lacrima non rinnego niente, ma con il successo ho lasciato in sospeso i miei sogni da ragazzina».
Nel film c'è un messaggio rivolto alla figlia: «Era abituata a vedermi vincere sempre. Invece quando l'anno scorso sono tornata dagli Oscar a mani vuote le ho dimostrato che si può anche perdere e che ci si può sentire ugualmente orgogliosi. Ai discografici ho detto che non voglio più premi: mi fanno provare ansia». Sulle voci relative alle presunte richieste da superstar per l'Eurovision dice: «Le liti con Cattelan? Falsità: c'è sintonia. Hanno scritto anche che ho chiesto svariati cambi d'abito, ma la verità è che ne farò solamente tre». Entro fine anno dovrebbe arrivare il nuovo album: «Comincio a sentire pressioni nell'ambiente legate al fatto di non essere più giovanissima». I registi da Zeffirelli a Muccino l'hanno corteggiata per i loro film, lei ha detto no: «Ma sogno un musical sulla mia vita».

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