Laura Morante: «Muccino e la mia svolta arrivata grazie a un cane»

L'attrice: "Ultimamente non ho lavorato tanto: per le donne della mia età le proposte non si sprecano"

Laura Morante: «Muccino e la mia svolta arrivata grazie a un cane»
di Gloria Satta
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Martedì 13 Dicembre 2022, 08:21

La Costa Azzurra con le sue ville da sogno e le feste esagerate, un gigolò mantenuto da una matura attrice in disarmo, una bellissima escort senza scrupoli, una storia d'amore pericolosa, truffe, bugie, vendette. E una ristoratrice italiana che, con la complicità della escort, elabora un piano diabolico che ha il sapore della rivalsa femminista: è Laura Morante nel film Masquerade - Ladri d'amore (in sala il 21 dicembre con Lucky Red), tragicommedia thriller diretta a passo di carica da Nicolas Bedos (inevitabile pensare ai cult Caccia al ladro, Delitto in pieno sole), un cast di serie A che comprende anche Isabelle Adjani, Pierre Niney, François Cluzet, Emanuelle Devos, Marine Vacht. Masquerade rappresenta il ritorno al cinema di Morante, 66 anni, reduce dalle riprese della seconda stagione delle due serie A casa tutti bene di Gabriele Muccino e di Christian, presto nei panni della poetessa Ada Merini diretta da Roberto Faenza.

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Si è ritrovata nel suo personaggio diabolico?
«Diabolico, via...ha le sue ragioni.

Diventa complice della escort perché, sia pure per ragioni diverse, vuole riprendere in mano la sua vita. Le due non colpiscono degli innocenti, anche perché non ce ne sono. E il film è una commedia, ha un tono giocoso e brioso come piace a me».


Perché, a parte la partecipazione in Il Colibrì, non ha girato molti film recentemente?
«Diciamo la verità, per le attrici della mia età le proposte non si sprecano».


Ma non è vero che nel cinema le donne conquistano sempre più spazio, più ruoli interessanti?
«Vale soprattutto per le attrici giovani. L'uomo vince ancora, se non altro sulla durata: anche a 80 anni può fare il protagonista».

 


In compenso, nella serie A casa tutti bene, ha un ruolo travolgente, intessuto di segreti inconfessabili. Che evoluzione avrà nella seconda stagione?
«Dopo le tragedie che hanno scandito il primo ciclo, Muccino mi aveva annunciato che il mio personaggio avrebbe avuto una rinascita attraverso una grande storia d'amore. Io mi sono opposta».


E perché?
«Mi andava bene un rapporto d'amore, ma volevo averlo con un cane. Mi sembrava più interessante: gli uomini non possono prendersi sempre il merito delle cose positive che capitano alle donne. Così ho avuto come partner una cagnetta chiamata Marea».


Ha in programma un nuovo film da regista?
«Il progetto esiste, è una commedia che parla d'amore. Non riesco a fare a meno dell'umorismo... Io starei solo dietro la cinepresa ma incontro molte difficoltà nel trovare i finanziamenti. Forse perché sono poco socievole. Faccio l'attrice ma nella vita non sono brava a portare la maschera, non riesco ad elaborare strategie».


Perché ha formato un comitato per scongiurare l'estradizione di Julian Assange negli Usa?
«Battersi per lui è cruciale, significa difendere la libertà di stampa e la stessa democrazia. Avevo proposto Ithaka, il documentario su Assange prodotto da suo fratello Gabriel Shipton, sia alla Festa di Roma sia al Festival di Torino. Non lo hanno voluto».


Cosa le ha lasciato la pandemia?
«La sensazione sconsolante che non abbiamo imparato a rispettare il pianeta. È stato finalmente libero di respirare durante i mesi del lockdown, ma non abbiamo recepito la lezione e purtroppo continuiamo a danneggiarlo».


Dopo Eugenia, anche la sua secondogenita Agnese ha deciso di fare l'attrice. Cosa insegna alle sue figlie?
«Non ho lezioni da dare, tra di noi c'è uno scambio. A volte sono loro ad insegnarmi le cose... L'unico consiglio che mi sento di impartire alle mie figlie è lo stesso che do a tutti i giovani attori: questo mestiere non va preso troppo sul serio ma va fatto molto seriamente».

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