Juan Carlos, l'ex re spagnolo a processo per le molestie all'amante: negata l'immunità penale

Risponderà alle accuse della nobile tedesca Corinna Larsen: "Diffamata e minacciata"

Juan Carlos, l'ex re spagnolo a processo per le molestie all'amante: negata l'immunità penale
di Elena Marisol Brandolini
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Sabato 26 Marzo 2022, 07:02 - Ultimo aggiornamento: 15:27

La giustizia britannica nega che l'ex re spagnolo, oggi re emerito, Juan Carlos goda attualmente della condizione di immunità penale. E perciò procederà nei suoi confronti per la querela presentata nel dicembre 2020 dalla sua ex amante, la nobile tedesca Corinna Larsen, che lo accusa di molestie, minacce di morte, persecuzione e diffamazione, avvenute a partire dal 2012, quando s'interruppe la loro relazione, e continuate fino al momento della presentazione della denuncia. Il giudice Matthew Nicklin dell'Alta Corte di Londra respinge così gli argomenti presentati dagli avvocati dell'ex sovrano, tesi a bloccare fin dal principio il procedimento giudiziario.
Secondo la giustizia del Regno Unito, infatti, lo status di re emerito non equivale a quella di sovrano, giacché dalla sua abdicazione nel 2014, Juan Carlos non è più capo dello Stato. E Juan Carlos non potrà neppure appellarsi alla sua appartenenza alla famiglia reale, come avrebbero voluto i suoi avvocati. Perché secondo la legislazione britannica, l'immunità si estende solo a familiari dipendenti e l'ex monarca, dal marzo 2020, non percepisce più alcun emolumento a carico del bilancio dello Stato e dall'agosto di quell'anno si è trasferito a vivere negli Emirati Arabi. Infine, il fatto che i comportamenti attribuitigli siano in parte precedenti alla sua abdicazione, non è sufficiente ad ammetterne l'impunità almeno per quel periodo, perché si tratta di atti privati che non entrano nella sfera delle attività regali.

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LE ACCUSE
Per il momento, si tratta solo dell'ammissione a giudizio della querela presentata dall'imprenditrice tedesca, non è ancora una valutazione di merito, per cui mancano indagini e prove.

La versione proposta da Corinna Larsen è di essere stata oggetto di molestie di vario tipo da parte dell'ex re in modo diretto o indirettamente da persone che agivano per suo conto, come nel caso dell'ex direttore del Cni, l'intelligence spagnola, Félix Sanz Roldán. Con l'obiettivo di riprendere la relazione o recuperare i 65 milioni di euro che Juan Carlos le aveva fatto avere, a titolo di dono.


L'INCHIESTA
Una somma che il re dell'Arabia Saudita Abdalá Ben Abdelazziz aveva trasferito nel 2008 al conto della fondazione panamense Lucum dell'allora re Juan Carlos, nella banca Mirabaud di Ginevra. Dopo lo scandalo della battuta di caccia agli elefanti in Botswana, nel 2012, in piena crisi economica, venuto alla luce perché il re si ruppe un'anca nel safari, la banca svizzera si mosse perché quel conto fosse cancellato, per non vederne invischiata la sua reputazione. Fu allora che Juan Carlos trasferì sul conto di una società intestata a Larsen, in una banca delle Bahamas, i 65 milioni di euro.
Proprio questa somma donata a Juan Carlos dall'Arabia Saudita è stata al centro dell'indagine aperta dalla magistratura svizzera nel 2018 e definitivamente archiviata nello scorso dicembre. Non è stato possibile infatti al giudice elvetico dimostrare che quei 65 milioni di euro fossero una commissione pagata al re spagnolo per i lavori della costruzione della linea ferroviaria dell'Alta Velocità alla Mecca e che perciò avessero un'origine illegale.
Quella britannica è l'unica indagine aperta al momento nei confronti del re emerito. La Procura Generale spagnola ha infatti archiviato, nel mese di marzo, le tre indagini che aveva aperto nei confronti di Juan Carlos, relative ai 65 milioni di euro, alle carte di credito pubbliche usate per fini personali, e a un patrimonio occulto nell'isola di Jersey. Il pubblico ministero riconosce che il re emerito potrebbe essere incorso in reati fiscali negli anni 2008-2012, come tra l'altro dimostrano le varie regolarizzazioni fatte all'erario pubblico dall'ex monarca per un totale di circa 5 milioni di euro. Ma i presunti reati sarebbero ormai prescritti o coperti da immunità.
Subito dopo l'archiviazione delle cause a suo carico, Juan Carlos ha scritto una lettera a suo figlio, il re Felipe VI, dichiarando di volersi fermare a vivere ad Abu Dhabi in modo permanente. Per quanto, ha aggiunto, andrà in Spagna con frequenza, dimorando fuori dal Palacio de la Zarzuela.

 

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