Jamila, abbandonata dai genitori somali e bloccata da 30 anni in Italia: niente cittadinanza e passaporto

La storia della ballerina nata ad Aprilia e abbandonata: «Lavoro e pago le tasse qui, eppure non posso viaggiare fuori dal Paese. Sono letteralmente bloccata»

Jamila, abbandonata dai genitori somali e bloccata da 30 anni in Italia: niente cittadinanza e passaporto
di Laura Alteri
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Mercoledì 28 Settembre 2022, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 11:43

In pochi giorni la storia di Jamila Bashir è rimbalzata sui social, ottenendo migliaia di condivisioni e l'attenzione di giornali e tv. Jamila è una ragazza di 30 anni, nata ad Aprilia da genitori somali e abbandonata, aiutata fin da quando aveva 6 mesi da una famiglia italiana che si è presa cura di lei senza mai poterla adottare. Jamila è una ballerina e insegnante di danza che non si è mai potuta muovere dall'Italia perché senza passaporto né cittadinanza italiana.

LA STORIA DI JAMILA

«Malgrado io sia nata ad Aprilia e sia in Italia da 30 anni, non riesco a ottenere la cittadinanza.

Lavoro e pago le tasse qui, eppure non posso viaggiare fuori dal Paese. Sono letteralmente bloccata», afferma Jamila, che stremata dalla situazione ha voluto condividere la sua storia sui social, avviando una catena di solidarietà inaspettata. La vita della giovane di Aprilia è stata scandita da giornate trascorse negli uffici pubblici per farsi rinnovare il permesso di soggiorno, iter interminabili e senza risultati per ottenere il passaporto somalo e la cittadinanza italiana, che ad oggi ancora non ha. A 19 anni la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana sfuma: «Mi hanno detto di aver perso un'occasione e che la mia pratica in realtà non esisteva». In tutti questi anni Jamila ha visto sfumare tante occasioni, viaggi studio, borse di studio, esperienze giovanili e soprattutto ottime occasioni lavorative all'estero a causa dei suoi documenti.

IL RACCONTO

«A 18 anni ottengo il primo titolo di viaggio, ma anche questa volta non riesco a volare. Prenoto per Dublino, ma al momento di salire sull'aereo mi fermano sul portellone dicendomi che non posso partire perché il mio documento non va bene», spiega Jamila. A 24 anni si apre uno spiraglio e Jamila ottiene tessera sanitaria e rinnovo del permesso di soggiorno e riprende per un po' a vivere. Oggi Jamila ha necessità del passaporto somalo per viaggiare nei Paese del trattato di Schengen e si rivolge all'Ambasciata somala a Roma, ma non riceve l'attenzione che si aspetta. «Non mi rispondono al telefono né alle mail e vado più volte davanti alla sede. Alla fine, dopo diverse insistenze, riesco ad ottenere un appuntamento per avviare la pratica e sto aspettando che ciò si realizzi», racconta Jamila. «Non voglio più perdere occasioni di lavoro che sono importanti per la mia carriera. Ballo in una compagnia di danza che è stata chiamata anche ad Italia's got talent, ma io non ho potuto partecipare perché non avevo i documenti in regola. Ho bisogno di ottenere la cittadinanza italiana, ma i tempi sono lunghissimi. Spero di dar voce a chi vive la mia stessa situazione, anche grazie a questa ondata di affetto e interesse da tutta Italia».

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