Giusy Ferreri: «Ho un’anima rock ma non rinnego i miei tormentoni da spiaggia»

L'artista stasera si esibisce al Parco della Musica di Roma

Giusy Ferreri: ««Ho un’anima rock ma non rinnego i miei tormentoni da spiaggia»
di Mattia Marzi
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Sabato 1 Ottobre 2022, 09:44

Ha trascorso l'estate sui palchi, ma non quelli delle varie kermesse estive eredi del Festivalbar. «I tormentoni? Non voglio ripetermi», aveva detto Giusy Ferreri all'inizio dell'anno, ancora con l'amaro in bocca dopo il terzultimo posto in classifica al Festival di Sanremo con Miele, presentando l'album Cortometraggi.
La 43enne cantante da 26 Dischi di platino, un Disco di diamante e 1,5 milioni di copie vendute solo con le hit estive, da quella Non ti scordar mai di me che nel 2008 lanciò dal palco della primissima edizione di X Factor la sua carriera alla più recente Shimmy shimmy con Takagi & Ketra, passando per Roma-Bangkok e Amore e capoeira, è stata di parola: «Volevo ritrovare una mia strada personale», sottolinea, fiera, Giusy Ferreri mentre si prepara a chiudere il suo tour con due date in teatro, la prima in programma questa sera nella Capitale all'Auditorium Parco della Musica e la seconda lunedì al Teatro Dal Verme di Milano.
I discografici la pensavano come lei?
«No. Non le nascondo che se fosse dipeso solamente da me, avrei fatto un'inversione di marcia già un paio di anni fa. A parte Roma-Bangkok, Amore e capoeira e Jambo, gli altri esperimenti sono venuti così e così».
Riconoscerlo le fa onore.
«Non rinnego niente, sia chiaro. Anzi, penso che all'interno della scaletta di questi concerti, lunga due ore e mezza, le hit estive portino dei colori che arricchiscono la tavolozza cromatica: rappresentano una versione di me più leggera che se non fosse stato per la mia capacità di mettermi in gioco e di non prendermi troppo sul serio probabilmente non sarebbe mai venuta fuori».

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Però?
«Dopo aver dato abbondantemente con quel genere, in questa fase della mia carriera volevo tornare a un repertorio stilisticamente più maturo, più riflessivo, anche grazie alle penne di autori che ho cercato e voluto fortemente: da Diego Mancino, un protagonista della scena indipendente italiana degli Anni '90, a Saverio Grandi, passando per Bungaro e Gaetano Curreri degli Stadio».
Non le sono mancati nemmeno un po' i bagni di folla dei vari appuntamenti televisivi dell'estate?
«Oggi quelle kermesse danno spazio solo a brani estivi. Una volta si portavano, oltre ai tormentoni, anche brani più seri: un anno, lì, io cantai La scala, un pezzo rock del mio primo album Gaetana prodotto da Linda Perry, la leader delle 4 Non Blondes».
La risposta, pare di capire, è no.
«Sono diventati un contenitore riservato esclusivamente a chi fa brani estivi. Io quest'estate mi sono divertita a ritrovare le mie radici rock incidendo un singolo con i Casablanca, la nuova band di Max Zanotti (per anni il leader del gruppo alternative dei Deasonika, ndr), Siamo in America».
Quante Giusy Ferreri salgono sul palco, stasera?
«Tante quante le cose che ho fatto nel corso della mia carriera fino ad oggi.

Ho spaziato dal pop al rock, passando pure per il punk e la new wave».

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Prego?
«Da ragazzina ero dark e ribelle. Ascoltavo Nirvana e Pearl Jam. Ne La bevanda ha un retrogusto amaro, uno dei pezzi dell'album L'attesa, recuperai i riferimenti della mia adolescenza. Quando la feci ascoltare ai discografici mi guardarono allibiti. L'ho messa in scaletta, insieme a pezzi come Il mio universo, altri brano scritto da Zanotti, e Nessuno come te mi sa svegliare, versione in italiano di No One Wakes Me Up Like You di Linda Perry».
Nel nuovo disco c'è anche un po' di Roma, non è vero?
«Sì. Il singolo Federico Fellini l'ho scritto insieme a Giulia Ananìa, talentuosa cantautrice romana da anni sulle scene. È una poesia raffinata ed elegante, che ho scelto per chiudere questo progetto, prima di rientrare in studio all'inizio dell'anno prossimo e lavorare al nuovo album».


Parco della Musica, via De Coubertin 30. Stasera, ore 21
 

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