Giorgia Soleri e l'aborto a 21 anni: «Aggredita dalla ginecologa. Avevo problemi economici e di salute mentale»

L'attivista e influencer, come di consueto, mette a disposizione la sua voce per tutte le donne che si trovano in situazioni simili

Giorgia Soleri e l'aborto a 21 anni: «Avevo problemi economici e di salute mentale, una ginecologa mi aggredì»
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Mercoledì 1 Giugno 2022, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 19:15

Giorgia Soleri rivela alcuni inediti dettagli del suo passato. L'attivista e influencer, in un'intervista al Corriere, ha raccontato di aver avuto un aborto a 21 anni e, come di consueto, mette a disposizione la sua voce per tutte le donne che si trovano nella stessa situazione. Ma anche per denunciare le difficoltà che spesso incontra chi decide di interrompere una gravidanza indesiderata. «Sono andata in consultorio e sono stata aggredita dalla ginecologa - ha dichiarato Giorgia Soleri - che mi sgridò dicendo che noi giovani facciamo sesso senza precauzioni e usiamo l’aborto come contraccettivo, senza sapere nulla della mia storia».

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La 26enne ha spiegato: «Ero giovanissima, avevo problemi di salute mentale ed economici, non avevo un lavoro con entrate certe. Il momento in cui mi sono interfacciata col mondo sanitario è stato un’esperienza che mi è stata fatta vivere in modo estremamente negativo. La 194 ha lacune enormi che dovrebbero essere prese in considerazione. Invece rimane una legge fuori dal periodo storico in cui viviamo».

 

La fidanzata di Damiano David dei Maneskin ha affermato che, in base alla sua esperienza, il sistema italiano non rende semplice la vita alle donne che decidono di interrompere una gravidanza: «Un’assistente sociale indaga sulla tua famiglia per capire se ci siano traumi che ti hanno portato ad abortire con domande violente e invadenti a cui non vorresti rispondere poiché, qualsiasi sia il motivo della scelta, l’aborto è un diritto.

Per sette giorni devi soprassedere, non puoi abortire: è come se lo Stato dicesse “ti permetto di fare questa cosa brutta, tu vai in castigo sette giorni, pensaci, se hai ancora il coraggio di farlo, va bene”».

E ha concluso: «Ci sono donne che abortiscono senza senso di colpa, è ingiusto obbligarle a vivere questa esperienza in modo traumatico quando è possibile accompagnarle. Piuttosto di un colloquio con l’assistente sociale, proporrei delle sedute di psicoterapia».

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