Giorgia Martone, addio alla regina dei profumi: fatale un’operazione di routine. Aveva 41 anni

Giorgia Martone, addio alla regina dei profumi: fatale un’operazione di routine
di Francesco Gentile
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Domenica 31 Gennaio 2021, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:14

Doveva essere un intervento chirurgico da un quarto d'ora e invece si è rivelato letale. È morta giovedì, all'Ospedale San Giuseppe di Milano, l'imprenditrice Giorgia Martone, 41 anni, nota per la sua attività nel settore della profumeria.

 


La donna era stata ricoverata in day hospital per una breve operazione non meglio precisata. I parenti l'hanno descritta tranquilla fino a poco prima, ma qualcosa dev'essere andato storto. Martone temeva l'anestesia e gli aghi, ha riferito sua sorella Ambra, un atteggiamento molto diffuso. La donna tra l'altro si era già sottoposta a un simile intervento due anni fa, con ottimi risultati. Questa volta, invece, l'operazione è finita male, lasciando nello sgomento i medici, che hanno dovuto restituire la salma alla famiglia. Gli interventi chirurgici presentano sempre delle incognite e molto dipende dalle fragilità più o meno note dei pazienti, ma nessuno si aspettava di dovere celebrare il funerale, ieri, in un'attonita Basilica di Santa Maria della Passione.

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L'ULTIMO POST
Il 15 dicembre, l'ultimo post di Giorgia Martone su facebook celebrava un importante traguardo raggiunto con la sorella Ambra: «Un anno fa abbiamo aperto la nostra Boutique LabSolue, il nostro Laboratorio di Profumi, a Roma, via di Monserrato 42 e oggi la migliore celebrazione è quella di essere sul Financial Times presente come Reame dei Sensi». E sui social, ieri, in tanti l'hanno ricordata.
L'AZIENDA
Erano in tantissimi a darle l'ultimo saluto, anche perché i Martone sono una famiglia nota dell'industria cosmetica lombarda. L'azienda, la Icr di Lodi, proviene dall'attività avviata dal nonno Vincenzo nel 1940 ed è considerata tra le prime in Europa per la produzione di profumi in conto terzi. Giorgia era anche nota per essere stata una delle protagoniste della trasformazione di un hotel a cinque stelle al centro del distretto del Design di via Tortona, il Magna Pars, ricavato da un'ex fabbrica di profumi. Dopo gli studi alla Bocconi e al Politecnico e un periodo americano nella multinazionale Symrise, lei sedeva nel consiglio di amministrazione dell'azienda di famiglia e ne seguiva il lato creativo.

Del suo lavoro resta un piccolo tesoro, il libro La grammatica dei profumi edito da Gribaudo, un viaggio lungo le strade delle essenze, attraverso legni ricchi e vibranti come foreste, fiori preziosi ed eleganti, frutti che restituiscono le fragranze del Mediterraneo. Per Giorgia l'olfatto era il regno impalpabile dell'immaginazione e i profumi le porte per arrivarvi.


Ora in azienda il padre Roberto e la sorella Ambra, che ricopre incarichi più manageriali, devono continuare senza di lei. «Negli anni abbiamo conosciuto bene il padre, ma abbiamo avuto modo di incontrare anche Giorgia, una persona preparata e sempre sorridente, che in azienda si occupava di creatività - la ricorda Alessandro Righetti, direttore generale di Assolombarda Lodi -. Quella che è accaduta è una tragedia che ci lascia sgomenti».
E sgomento è in effetti la parola che ricorre tra famigliari, amici e colleghi della donna. Un pezzo del tessuto imprenditoriale lombardo ieri non poteva credere a una notizia così assurda e inaspettata, che colpisce, come ricordano alcuni amici, una famiglia che in 45 anni è riuscita a realizzare prima a Milano e poi a Lodi, sulla strada provinciale per Boffalora d'Adda, il polo industriale dei record della cosmesi italiana. I Martone sono stati infatti i primi a credere nei profumi made in Italy per le grandi firme della moda. Quelle che Giorgia frequentava e sapeva distinguere.
Nella loro azienda, prima del grande ampliamento conclusosi nel 2018, sono passati anche due presidenti del Consiglio, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, ospitati dalla famiglia nell'enorme capannone di 10mila metri quadrati, 7mila dei quali dedicati alla produzione e 3mila al magazzino intensivo, che dà lavoro a 600 persone e vanta clienti come Bulgari, Blumarine e Ferragamo.

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