Gina Lollobrigida, morta la "Bersagliera" del cinema: aveva 95 anni, da Subiaco conquistò Hollywood

Nel 1996 fu premiata con il David di Donatello alla carriera

Gina Lollobrigida, morta la "Bersagliera" del cinema: aveva 95 anni, da Subiaco conquistò Hollywood
di Gloria Satta
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 12:41 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 08:05

Gina Lollobrigida, indimenticabile Bersagliera nella commedia-cult di Luigi Comencini Pane amore e fantasia, se n’è andata a 95 anni. Per tutti era “la Lollo”, sex symbol ante litteram e rivale storica di Sofia Loren. Nel settembre scorso si era rotta il femore cadendo in casa e ieri è morta nella clinica Pio XI, a Roma. Mito made in Italy esploso nei tempi d’oro del cinema, carattere indomito e schiettezza popolana, per oltre un settantennio a cavallo dei due secoli l’attrice ha incarnato in tutto il mondo il ruolo di Italian Bombshell, irresistibile “maggiorata” dalla bellezza ruspante e spavalda. Una vita densa, la sua, vissuta tutta di corsa.


LE ORIGINI
Protagonista tra gli anni ‘50 e ‘60 di film che mettevano in evidenza il suo sex appeal come Trapezio, Venere imperiale, Fanfan la Tulipe, La romana, La donna di paglia, la Lollo era nata a Subiaco il 4 luglio 1927 da una facoltosa famiglia di produttori di mobili, impoverita poi dalla guerra. Studentessa di Belle Arti, dopo una breve esperienza nei fotoromanzi con il nome d’arte di Diana Loris partecipò a un concorso di bellezza, Miss Stresa, classificandosi seconda dietro a Lucia Bosè ma impressionando giuria e pubblico con il suo décolleté generoso e una grinta da vendere. Qualche comparsata a Cinecittà e la ragazza di Subiaco si ritrova catapultata nel cinema di serie A. Sta per nascere, quasi per caso, una stella. «E pensare che io volevo fare l’artista», racconterà lei una volta famosa.

 

I CINEASTI
Nella sua lunga carriera Gina è stata diretta dai più grandi registi: Lattuada, Blasetti, Germi, De Sica, Risi, Comencini, Bolognini, Lizzani, Zampa, Monicelli, John Huston, Vidor, Skolimowski. Ha interpretato la Fata Turchina nel memorabile Pinocchio tv di Luigi Comencini. Ha avuto come partner star del calibro di Burt Lancaster, Marcello Mastroianni, Jean Sorel, Anthony Quinn, Frank Sinatra, Rock Hudson, Yul Brynner, Sean Connery. Nel 1950 viene chiamata a Hollywood da Howard Hughes ma, insofferente alle regole dello star system, fa le valigie e torna in Italia. Nel 1965 finisce in tribunale per «esibizione immorale» nel film a episodi Le Bambole diretto da Risi, Comencini, Risi e Bolognini: troppo conturbante il suo spogliarello ripreso dal buco della serratura, tanto più che mira a sedurre il nipote di un vescovo e il Vaticano insorge. Una vita lunghissima costellata di successi ma anche di avvenimenti drammatici, quella di Gina. L’attrice confessò di aver sposato nel 1949 Milko Skofic, padre del suo unico figlio Milko jr, per dimenticare lo stupro subito giovanissima da un calciatore della Lazio, di cui non volle mai rivelare il nome. Con il critico Gian Luigi Rondi, suo grande amico, e il regista Franco Zeffirelli, Gina rischiò la morte nel 1969, rimanendo coinvolta in un incidente a bordo di una Rolls Royce sulla strada verso Firenze. Ma si salvarono tutti.


Sempre consapevole del proprio mito, attentissima all’immagine (non a caso uno dei suoi film più famosi s’intitolava La donna più bella del mondo), tutt’altro che accomodante, l’attrice fino all’ultimo è apparsa in pubblico con acconciature kolossal, gioielli vistosi, pellicce, abiti fiabeschi da lei stessa disegnati. E nella sua parabola artistica non c’è stato solo il cinema: negli anni Settanta l’attrice scoprì la fotografia, realizzando reportage in tutto il mondo e ritraendo personaggi di primo piano come Fidel Castro.

Negli ultimi anni si era riciclata nella scultura, realizzando immense opere allegoriche esposte e vendute anche all’estero. È apparsa sullo schermo per l’ultima volta nel 2011, nella commedia Box Office 3D di Ezio Greggio. «Il mio film», spiega Greggio, «era un omaggio al cinema e al mito stesso di Gina, che compare nell’ultima sequenza acclamata dalla folla in una strada di New York».


LE FRECCIATE
Rimane leggendario il décolleté della Lollo, tutto naturale in era pre-silicone. «Niente mi è stato regalato, mi sono fatta da sola», ripeteva lei ossessivamente. Alla rivale Sofia, che non si abbassò mai a denigrarla mentre il “derby” tra le due dive infiammava i media negli anni d’oro del cinema, la Lollo rivolgeva spesso frecciate velenose: «A differenza di lei», diceva, «non ho avuto un marito produttore».

Ieri Sofia si è dichiarata «profondamente scossa e addolorata», addirittura «incredula» per la sua morte. E a proposito di rivali, nel 1988 Gina accusò in pubblico di incapacità, tra la costernazione generale, la giovanissima Francesca Dellera con cui aveva lavorato nella miniserie tv ispirata al film La Romana. «Non conosco la diplomazia, se una cosa non mi piace scoppio come una bomba», spiegò. Ha vissuto fino all’ultimo in una villa hollywoodiana e decadente sull’Appia Antica, zeppa di cimeli di viaggio e foto da lei scattate. In giardino scorrazzavano i pavoni, nel seminterrato c’era un laboratorio fotografico e al primo piano la sartoria dove venivano confezionati gli abiti dell’attrice.


LA POLITICA
In concomitanza con la fine della carriera cinematografica Gina aveva scoperto la politica: candidata (e trombata) nel 1999 con Antonio Di Pietro, nel settembre scorso si era presentata per un seggio al Senato per la lista di Marco Rizzo Italia Sovrana e Popolare. Ma ancora una volta non era stata eletta. Vincitrice di 7 David di Donatello, due Nastri d’Argento nonché insignita dei titoli di Grand’ufficiale della Repubblica italiana e cavaliere della Legion d’onore francese, titolare dal 2018 di una stella sulla Walk of Fame di Hollywood, nel 2008 l’attrice fu premiata con il Marc’Aurelio alla carriera alla Festa di Roma. E in quell’occasione fece suo il motto di Mary Pickford: «Invecchiare è una perdita di tempo». Se n’è andata con i ricordi degli antichi successi, qualche risentimento, e un rimpianto: avrebbe voluto sfondare anche nel teatro ma, osservava, «il destino ha deciso per me». Un destino che aveva fatto di lei una star del cinema. La Lollo aveva rivelato: «Il film che più mi ha dato soddisfazione è stato Salomone e La regina di Saba di King Vidor, mi sono portata dietro questo successo e questo personaggio per tutta la vita». E il suo bilancio era positivo: «Ho avuto tantissimi riconoscimenti, sono contenta di aver realizzato una carriera artistica che è conosciuta in tutto il mondo. Sono contenta di aver dato tanto al pubblico».


LE REAZIONI
Oggi la piangono attori, registi, personaggi tv, politici. «Il suo fascino resterà eterno», ha twittato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. «Bella, brava, intelligente, ha contribuito a trasformare la società italiana dal dipoguerra al boom economico», ha dichiarato il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli. La camera ardente della Bersagliera verrà ospitata nella Promotomoteca del Campidoglio domani (dalle 10 alle 19) e giovedi dalle 9.30 alle 11.30. I funerali solenni si terranno lo stesso giovedì 19 alle 12.30 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo.

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