Gianni Morandi: «Ho ospitato una signora ucraina, si chiudeva in camera e piangeva. Ora è tornata a casa»

Il cantante oltre a numerosi concerti per la pace a Bologna ha scelto anche di dare un aiuto concreto a chi scappava dalla guerra

Gianni Morandi ha ospitato una profuga ucraina: «Ora è tornata a casa»
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Venerdì 8 Aprile 2022, 15:22

È l'autore di una delle più famose canzoni italiane contro la guerra, ma l'impegno di Gianni Morandi non è solo a parole. Nell'ultimo mese ha infatti ospitato una profuga ucraina nella sua villa in campagna fuori Bologna, come ha rivelato questa mattina in un'intervista alla trasmissione di Giletti su Rtl: «Ho ospitato per circa quindici giorni una signora ucraina di 69 anni, non riuscivamo a comunicare molto bene con lei perché parlava solo ucraino o russo». 

Il cantante sin dall'inizio dell'invasione è stato tra le star che maggiormente si è mobilitata contro la guerra, suonando a Bologna in vari concerti di solidarietà per l'Ucraina.

«È tornata sotto le bombe per rivedere la famiglia»

La rifugiata ucraina è stata ospite di Morandi per 15 giorni, ma poi ha scelto di tornare a casa. Il dolore per la propria terra e la famiglia rimasta in patria erano troppo forti: «Si chiudeva in camera e piangeva e cercava di parlare al telefono con alcuni famigliari che erano là.

Una mattina si è svegliata e se n'è andata perché voleva tornare in Ucraina, a casa sua, nonostante le bombe» ha detto il cantante, che ha spiegato di essere rimasto in contatto con lei fino al suo ritorno a casa e di aver ricevuto molti ringraziamenti dalla donna. 

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L'impegno di Morandi contro la guerra 

Gianni Morandi, parlando alla trasmissione radiofonica ha ricordato di essere nato durante il conflitto mondiale: «Un soldato americano portò una coperta a mia madre che stava partorendo. Per questo americano mi chiamavo 'Little John', chissà dove è finito». Il suo impegno per la pace viene già dalla gioventù quando negli anni '60 scrisse «C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones», la canzone che per una generazione diventò un'inno contro la guerra del Vietnam. E che proprio per questo fu censurata, mai trasmessa alla radio. 

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