È una delle perle della laguna, incastonata tra Venezia e Jesolo, più precisamente tra valle Dragojesolo e la valle Dogà. Si tratta della Valle Grassabò, con relativa omonima tenuta, appena stata ceduta dalla famiglia Monti, nome di spicco dell’industria trevigiana, alla famiglia Vacchi, altro pezzo da Novanta dell’imprenditoria con radici saldissime a Bologna e in Emilia Romagna, per un valore di circa 13 milioni di euro.
I protagonisti
Le notizie che filtrano sono pochissime. Ma pare che a firmare il contratto d’acquisto sia stato Bernardo Vacchi, fratello del più noto Gianluca, influencer miliardario con più di 30 milioni di follower sparsi tra tutti i social e famoso per la bella vita che conduce negli angoli più glamur del mondo. Bernardo è invece l’esatto opposto: estremamente riservato, anche lui coinvolto nell’azienda di famiglia, che controlla la Ima spa leader nella produzione di componenti plastiche con un fatturato superiore al miliardo di euro, e dedito esclusivamente alla sua attività di manager. La cessione di Valle Grassabò sarebbe stata affidata alla Venice Sotheby’s International Realty, agenzia che opera a livello mondiale e tratta le dimore più belle e lussuose di Venezia a dintorni trattando con una clientela selezionatissima. Nemmeno da dire che la tenuta Grassabò è una delle perle più preziose del catalogo.
La storia
Valle Grassabò è un tesoro tanto prezioso quanto misterioso. Il sito dedicato ne illustra bellezza e storia ma, in realtà, sono in pochi ad averla visitata. Occupa un’area di 963 ettari e rappresenta l’essenza della cultura veneta. È una “valle”, ovvero una porzione di laguna confinata all’interno di argini in grado di resistere alle maree. Un reticolato di canali, tratti erbosi, campi coltivati e macchie verdi diventate dimora di varie specie, il tutto circondato dalle acque alimentate dal Sile e dal canale Caligo. Al suo interno, fin dal 1700, c’è la tenuta, che nel 1948 è stata acquistata dalla famiglia Monti dopo una trattativa col milanese Giacomo Feltrinelli. Da allora la famiglia trevigiana se n’è sempre occupata, fino alla cessione di questi giorni.
Le attività
Nel compendio ci sono due edifici: la casa di caccia e la casa di pesca, entrambi realizzati agli inizi del Novecento e da sempre ammirati per la loro essenziale bellezza e per la posizione che consente di spaziare su panorami mozzafiato. Negli anni hanno ospitato personaggi illustri e la loro posizione ha incantato turisti e appassionati di natura, ma anche cacciatori: la tenuta è infatti anche abilitata all’attività venatoria di carattere privato. Nell’azienda agricola viene invece praticata un’intensa attività di acquacoltura. Oggi sono allevati intensivamente vari pesci tipici della laguna: anguille, orate, branzini, cefali. Nel 1700 la presenza di vasti campi consentiva anche l’allevamento di bovini, attività poi messa da parte. Grande appassionato della tenuta è stato Ramiro Monti, il fondatore della tessitura, che amava rifugiarsi in questo angolo di natura ogni volta che poteva. E la bellezza del posto non poteva passare inosservata. L’attenzione della stampa è sempre stata molto vivace. Anche un magazine come Sports Illustrated, nel 1956, ha voluto dedicare un ampio servizio incentrato sulla tradizione della caccia in una laguna come sempre magica.
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