Gerry Scotti racconta il Covid: «Trentasei ore in anticamera terapia intensiva con l'ossigeno»

Gerry Scotti racconta il Covid: «Trentasei ore in anticamera terapia intensiva con l'ossigeno»
di Paolo Travisi
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Martedì 17 Novembre 2020, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 20:10

Per Gerry Scotti i momenti più brutti legati al Covid sono ormai un ricordo. Il popolare conduttore televisivo ha raccontato ai microfoni di Radio Deejay, dove ha lavorato agli inizi della sua carriera, della bruttissima esperienza di ricovero ospedaliero, reso necessario dall'aggravarsi delle sue condizioni. Scotti, infatti, settimane fa aveva annunciato sul suo profilo Instagram di aver preso il Covid, ma di stare abbastanza bene, ovviamente in isolamento domiciliare.

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Oggi, però, nel corso del programma radiofonico di Radio Deejay, è stato chiamato da Linus e Nicola Savino a cui ha raccontato i momenti più acuti della patologia. «Non è stata una passeggiata, ho visto una storia vera, quella con la C maiuscola - ha risposto a Linus che gli chiedeva come si sentisse ora - tutti sperano di non prenderlo, ma quando ti accorgi che il sistema casalingo non basta, allora devi andare da quelli che hanno fatto la pratica (medici ed infermieri ndr), ti devi fidare, ma non ti devi spaventare, anche se l'ambiente....insomma ci siamo capiti».

Gerry Scotti è stato ricoverato 13 giorni in ospedale, «di cui gli ultimi 3 di svezzamento, per così dire, nel senso che devi reimparare a mangiare, camminare, respirare».

Ma all'ottimismo di oggi, il conduttore Mediaset, non nasconde la paura dei giorni passati. «Sono stato fisicamente in una stanza che era nell'anticamera della terapia intensiva, mi hanno messo lì per non spaventarmi. Ma c'era una porta di vetro e ho visto tutto ciò che succedeva. Grazie a Dio ci sono stato 36 ore e mi sono bastate per tutta la vita. Ho visto tutto ciò che è stato, che è e che sarà».

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Linus poi gli chiede quali sono stati i sintomi del Covid, e le sensazioni fisiche che ha provato nei giorni più acuti della malattia. «Ho preso l'ossigeno, cortisone ed antibiotico. Quando si parla di ossigeno, tutti noi pensiamo al fattore polmonare, ma da lì l'ossigeno arriva a tutto il corpo, reni, fegato, alla circolazione e se non arriva correttamente, la saturazione comincia a scendere e la batteria del tuo telefono inizia a spegnersi. Poi sono arrivate la cannula nasale, quella forzata e lo confesso anche il casco. Ho dovuto provarlo, perché non solo ti dà l'ossigeno, ma aiuta a fare la ginnastica ai polmoni». 

Gerry Scotti è stato ricoverato nel centro Covid di Humanitas, «stavo da solo in una stanza e quando sei in quella situazione va bene tutto. So che ci ascoltano molte delle persone che ci lavorano e non vogliono essere chiamati eroi, ma persone che fanno bene il loro lavoro». 

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