Franco Gatti, morto il "baffo" dei Ricchi e Poveri: abbandonò il gruppo dopo la morte del figlio

Fu Fabio Fazio, conduttore e direttore artistico di quell’edizione della kermesse, ad annunciare commosso che i Ricchi e Poveri non si sarebbero esibiti

Franco Gatti, morto il "baffo" dei Ricchi e Poveri: abbandonò il gruppo dopo la morte del figlio
di Mattia Marzi
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Martedì 18 Ottobre 2022, 12:18 - Ultimo aggiornamento: 15:29

In fondo, nei versi de “La prima cosa bella”, la canzone che li lanciò e con la quale nel 1970 al Festival di Sanremo mancarono la vittoria per appena 35 voti, c’era già tutta la loro poetica. Adriano Celentano e Claudia Mori, vincitori di quella edizione della kermesse con l’improbabile impegno di “Chi non lavora non fa l’amore”, cantavano una ballata di protesta contro gli scioperi in pieno autunno caldo. Loro, per contro, si presentarono al grande pubblico con versi – c’era lo zampino di Mogol, oltre a quello di Nicola Di Bari – di un romanticismo disarmante: “La senti questa voce? / chi canta è il mio cuore / amore amore amore / è quello che so dire / ma tu mi capirai”.

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Di sicuro gli ascoltatori incollati davanti alla radio non sentivano la voce di Franco Gatti, il basso del quartetto. Dei quattro componenti dei Ricchi e Poveri “Baffo” – come lo soprannominarono – era il più schivo, il più timido.

Non scalpitava per stare al centro delle foto promozionali: lasciava che a prendersi gli elogi fosse il belloccio Angelo Sotgiu. Non gli interessava: gli bastava essere riconosciuto come il motore del quartetto, che aveva fondato tre anni prima de “La prima cosa bella” insieme allo stesso Sotgiu, suo compagno di band nei Jets. “È andato via un pezzo della nostra vita. Ciao Franco”, dicono oggi, addolorati, Angela Brambati, Angelo Sotgiu e Marina Occhiena, confermando la notizia della morte di Franco Gatti. Il cantante aveva da poco compiuto 80 anni.

Il “Baffo” dei Ricchi e Poveri era uscito dal gruppo nel 2016, a 73 anni, alla vigilia delle celebrazioni per i cinquant’anni di attività del quartetto, nato nel 1967. Per i fan del gruppo fu uno shock: “Dopo tanti anni di splendido lavoro insieme ho deciso di dedicarmi di più alla mia famiglia, una semplice scelta di vita. Ho lasciato perché l'età incalza, qualche acciacco che c'è, non ho più voglia di viaggiare per il mondo. Ho 74 anni, ho voglia di casa, di stare a casa con mia moglie e i miei animali. Mi dispiace per il pubblico, forse qualcuno aveva ancora voglia di vedere la mia brutta faccia. Vi voglio bene, ma è andata così. Auguro ai miei meravigliosi compagni ancora tanti anni di successi”, disse, annunciando la sua uscita di scena a pochi giorni di distanza dall’ultimo concerto con Angela Brambati e Angelo Sotgiu (Marina Occhiena, come noto, uscì dal gruppo nel 1981, alla vigilia della partecipazione al Festival di Sanremo con “Sarà perché ti amo”, che consacrò il successo dei Ricchi e Poveri e fece degli ABBA italiani delle vere e proprie popstar anche all’estero, in particolare nell’Europa dell’est).

 

L'uscita dal gruppo

“Continuiamo a percorrere la strada nella musica senza Franco che, in totale armonia con il resto del gruppo, ha deciso di fermarsi. Lo ringraziamo per la professionalità e l’amicizia dimostrata in quasi cinquant’anni di vita artistica insieme. Noi restiamo sul palco perché questa è la nostra vita”, dissero gli altri due componenti del quartetto diventato trio e poi ridotto a duo.

L'annuncio della morte del figlio

Tre anni prima di quell’addio su Gatti si era abbattuta una tragedia dalla quale il cantante a livello emotivo e psicologico non si sarebbe più ripreso: era il 2013 quando prima di tornare sul palco dell’Ariston di Sanremo per ritirare insieme alla Brambati e a Sotgiu un premio alla carriera “Baffo” venne informato che il figlio Alessio, di 23 anni, era stato ritrovato senza vita nella sua casa di Nervi, a Genova. Gli esami riveleranno che alla base del decesso ci fu un mix di droghe e alcol: “Ha fatto una cazzata, la prima e l’ultima della sua vita, assumendo degli stupefacenti in un momento in cui non stava bene. E l’ha pagata così”. Fu Fabio Fazio, conduttore e direttore artistico di quell’edizione della kermesse, ad annunciare commosso, che i Ricchi e Poveri non si sarebbero esibiti: “Mi ha appena chiamato Angelo dei Ricchi e Poveri: è mancato il figlio di Franco, un ragazzo di 22 anni. Stasera non ci saranno e basta”. Nelle poche interviste concesse subito dopo la sua uscita dal gruppo, Franco Gatti disse di riuscire a comunicare con il figlio scomparso tramite messaggi che raccontava di ricevere dall’aldilà: “Un giorno ero nel programma di Francesca Fialdini e si parlava dei segnali che le persone scomparse lanciano ai propri cari e quando sono uscito dallo studio ho trovato una piuma che sarebbe un segnale della loro presenza. Io e tutte le persone che erano con me siamo rimasti stupiti”.

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La reunion a Sanremo

Franco Gatti sarebbe tornato ad esibirsi insieme ai Ricchi e Poveri nel 2020. Per un’occasione importante: la storica reunion del gruppo, con il ritorno della “bionda” Marina Occhiena, a distanza di trentanove anni dalla sua uscita dal quartetto e a cinquanta dal secondo posto al Festival di Sanremo con la stessa “La prima cosa bella”. L’intuizione fu del manager Danilo Mancuso, che riuscì a riportare in studio e sui palchi i quattro cantanti. Amadeus colse l’occasione e riportò i Ricchi e Poveri da superospiti al Festival di Sanremo: “La reunion dei Ricchi e Poveri è un vero evento nella storia della musica italiana e nella storia di Sanremo. Sono felicissimo di poterli avere tutti e quattro sul palco. È un colpaccio per questo 70esimo festival, per questo Sanremo 2020. Faccio i complimenti al manager Danilo Mancuso per aver realizzato questa reunion e lo ringrazio per averceli portati a Sanremo. E posso anche annunciare, d’accordo con il sindaco di Sanremo, che i Ricchi e Poveri riceveranno il Premio Città di Sanremo”, disse il conduttore, alla sua prima esperienza, quell’anno, da direttore artistico della kermesse. Fiorello sui social scherzò: “Vi prego, voglio essere il quinto!”. Loro risposero: “Fiore, per noi sei il numero uno”. Al Festival cantarono – in playback – sei dei loro più grandi successi, “Se m’innamoro”, “Sarà perché ti amo”, “Mamma Maria”, “L’ultimo amore”, “Che sarà” e “La prima cosa bella”, ripercorrendo alcune delle tappe più belle della loro cinquantennale carriera da 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo. “Noi dobbiamo portare positività, allegria, non ci dobbiamo schierare, dobbiamo voler bene a chiunque, come la pensa e come non la pensa”, dissero in un’intervista a Rolling Stone, parlando dei messaggi alla base delle loro canzoni.

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