Franco Califano, le sue estati rivivono nella casa museo di Ardea: dalla poltrona-culla alle foto più belle

Franco Califano, le sue estati rivivono nella casa museo di Ardea: dalla poltrona-culla alle foto più belle
di Stefano Cortelletti
4 Minuti di Lettura
Sabato 24 Luglio 2021, 02:02 - Ultimo aggiornamento: 17:16

C'è una foto nella casa museo di Ardea dedicata a Franco Califano che ritrae il cantautore sul vialetto interno della sua abitazione storica, in via Sisto IV in zona Primavalle, a Roma. Un vialetto che collegava tre abitazioni: la sua, quella di Antonello Mazzeo - oggi presidente della onlus Franco Califano - e quella di un altro amico. Quel vialetto lo aveva chiamato appunto “Via degli Amici” con tanto di targa, simile a quella che oggi è presente nel viale del cimitero di Ardea che porta alla tomba di Califano, lì dove dal 2013 riposa il cantautore insieme al fratello e al nipote. La scelta di far incidere sulla sua lapide “Non escludo il ritorno”, che è anche il titolo di una sua canzone, ha contribuito a rendere celebre il cimitero di Ardea, dove ogni anno migliaia di fan provenienti da tutta Italia a portare un fiore al loro idolo.

 
Il “Califfo” ha scelto Ardea come ultima dimora e gli amici di sempre lo hanno voluto ricordare allestendo, in un locale in via Catilina nel centro storico messo a disposizione dal Comune di Ardea, alcuni angoli dell’abitazione dell’artista. La casa museo è visitabile una volta al mese e il prossimo appuntamento è in programma il 7 agosto dalle 15 alle 19.


Tra quegli amici c'era Donatella Diana, fedele assistente del Califfo per 15 anni, che ha disposto i mobili, le chitarre, il pianoforte, i dischi, le foto come se Franco Califano fosse ancora lì. Chi frequentava casa sua ha riconosciuto gli scorci, su alcuni oggetti si avverte ancora l'odore.

 
In questa casa dei ricordi c'è la poltrona su cui Califano passava gran parte del tempo quando era a casa, quasi una “culla”, della quale curiosamente il Maestro è sempre stato quasi geloso. 
E poi tante foto. «Era un cultore della sua immagine degli anni '70. Si piaceva com'era un tempo, fino a quel tempo, fino a quando dallo sguardo “gli rubarono l'innocenza”, come disse un giorno Califano alla sua assistente. Infatti Franco Califano finì in carcere nel 1983 con accuse pesantissime: traffico di droga e associazione per delinquere di stampo camorristico.

Rientrò nella maxi operazione che portò all’arresto di Enzo Tortora.

Lo accusava soprattutto un pentito eccellente, lo stesso che fu alla base della tragedia di Tortora: Gianni Melluso, detto “Gianni il bello”, pagato dalla camorra per demolire personaggi che in quel periodo erano su tutti i giornali. Fu un clamoroso errore giudiziario: alla fine il cantante fu scagionato completamente da ogni accusa, ma fu costretto a restare diversi mesi in carcere, a subire processi da innocente, oltre a una gogna mediatica enorme. Ecco l’innocenza perduta.
Al muro sono appese anche le lettere di Mina, sua cara amica, o di Mogol che fece visita alla casa museo due anni fa.


Negato per la tecnologia, Califano era però gelosissimo del suo telefono cellulare. Poche ore dopo la sua scomparsa, il 30 marzo 2013, la sua assistente l’ha spento e non è stato più riacceso. Lui era il 're' degli sms: niente whatsapp, solo lunghi messaggi. Amava scrivere in ogni occasione, sul suo comodino c'erano sempre penna e fogli, un'esigenza che aveva fin da bambino e che viene ora riproposta nella casa museo, con un angolo dedicato agli appunti. Annotava i suoi pensieri, scriveva frasi, dediche, chilometri d'inchiostro e d'amore più rivolti ad amici uomini che a donne, contrariamente a quanto si tenderebbe a supporre. E chissà se quelle frasi un giorno diventeranno nuove canzoni. 


L’estate è un periodo dell’anno caro a Califano e per questo visitare la casa museo in questi mesi caldi assume un significato ancora più profondo. Amore ma anche nostalgia, malinconia, solitudine, noia, inquietudine: questi i temi ricorrenti nelle canzoni del Califfo, che guardava all’estate come il punto dal quale tutto iniziava e dal quale inesorabilmente finiva. Basti pensare a successi come Un’estate fa, La chiamano Estate, I giovani d’estate, Notti d’agosto. 


Presto la casa museo sarà protagonista di un docufilm girato nelle scorse settimane, che vede tra i protagonisti Carolina Rey. Terminata l’emergenza sanitaria, la onlus Franco Califano riprenderà il calendario di conferenze per celebrare il Califfo, uno degli ultimi re di Roma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA