«Francamente, Franco, te lo meriti». Si apre così, con l'emozione di un attestato di amicizia e la profondità di un omaggio all'artista, il volume "Francamente Franco. Il vero volto di Califano" di Marino Collacciani, con prefazione di Edoardo Vianello, che Il Messaggero, sabato, porterà nelle edicole di Roma città, Ostia inclusa, a 6,90 euro, oltre al prezzo del quotidiano. Pubblicato con Castelvecchi, il libro è un tributo all'artista, in occasione del decennale della scomparsa, avvenuta il 30 marzo 2013.
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IL RACCONTO
E, soprattutto, è un intenso racconto e una articolata analisi della sua visione dell'arte e della vita. «Una narrazione a trecentosessanta gradi scrive Vianello, legato a Califano da 49 anni di amicizia - del poeta e del protagonista delle fragilità e della solitudine, ma anche della saggezza e di una filosofia di vita unica nel suo genere, capace di farsi sempre più strada tra i seguaci attraverso canzoni indimenticabili».
L'UOMO E L'AUTORE
In 128 pagine, Collacciani narra l'uomo e l'autore, ma anche la risposta della critica - «la tua arte è stata spesso maltrattata, altre volte ignorata», sottolinea - e quella del pubblico, invece, calorosa ed emozionata. Così a far correre testo e ricordi è la volontà di restituire all'artista il suo ruolo nella storia della musica e, in generale, nel patrimonio culturale del nostro Paese, contrastando la "dimenticanza" di quanti non hanno conosciuto o riconosciuto la sua natura, divisa tra la forza del talento e la fragilità dell'animo sensibile, che spesso è prezzo, anche salato, da pagare all'arte. Nel testo, si ripercorre la vita di Califano, raccontandone momenti fino ad oggi sconosciuti e sottolineando la sua capacità di far dialogare filosofia e sogno. Senza dimenticare i fantasmi dell'isolamento, che però riesce a trasformare in compagni di viaggio per allontanarsi dalla depressione. Ecco allora il racconto dell'amico.
«Di Franco mi colpì la sincerità e, di primo acchito, il fatto che fosse un uomo bellissimo.
LA FILOSOFIA
E ancora, la filosofia e lo sguardo sull'esistenza, gli esordi come interprete di fotoromanzi e la romanità, d'adozione sì ma profondamente sentita. Poi, gli album, i film e, ovviamente, i brani iconici, come "Minuetto", "Tutto il resto è noia", "Uomini", per i ragazzi in uscita dal tunnel della droga, divenuto l'inno della Comunità Incontro di don Pierino, e molti ancora, incluso "Non escludo il ritorno", titolo che volle come epitaffio sulla tomba. E in quei brani, che idealmente sembra di sentire risuonare dalle pagine del libro, è il suo testamento. Forse, la sua eternità.
«Nel silenzio dell'ascolto scrive Collacciani - parlano le frasi, e il dialogo, mai muto, con chi si avvicina alla tua prosa fa schizzare fuori dal cassetto una garanzia ritrovata e mai scaduta: quella sull'eredità di un inimitabile genio».
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