Emily Ratajkowski: «Il corpo è mio e lo condivido io, è giusto guadagnare con la propria immagine»

La supermodella ha scritto “My Body”, un libro sul ruolo delle donne in una società patriarcale

Emily Ratajkowski: «Il corpo è mio e lo condivido io, è giusto guadagnare con la propria immagine»
di Francesco Musolino
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Domenica 31 Ottobre 2021, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 02:28

«Se sei una celebrità e vuoi scrivere un libro, molte porte si spalancheranno, ma non nel modo giusto». Firmato Emily Ratajkowski, supermodella 30enne, attrice e influencer su Instagram con ben 28,5 milioni di followers. Emily non si nasconde mai e sfogliando il suo profilo pubblico, le pose ammiccanti non mancano e le curve sono sempre in bella vista, fra nudi integrali e maxi-scollature. È il suo lavoro e non ha intenzione di smettere: «Voglio continuare a fare soldi», ha detto al New York Times. Mamma da otto mesi di Sylvester Apollo il marito è il produttore Sebastian Bear-McClard di recente è diventata anche imprenditrice, fondando l'azienda di costumi da bagno Inamorata e la prima indossatrice è stata proprio lei, rilanciando una femminilità rovente, esplosiva.

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Popolare come non mai, condivide con i lettori una semplice verità: «Ho imparato che la mia immagine, il mio riflesso, non mi appartengono» ma prima che ci sfugga di mano, «la narrazione del proprio corpo si può controllare». Un concetto centrale in My Body, il suo debutto editoriale con una raccolta di saggi, in uscita mondiale il 9 novembre (in Italia lo pubblicherà Piemme, Sul mio corpo).
TEMPIO
Il corpo come un tempio per un'autobiografia sincera sul ruolo delle donne nella società patriarcale, partendo proprio da alcune esperienze dirette che l'hanno «delusa, offesa, umiliata», rilanciando il dibattito sul neo-femminismo e il potere tossico degli uomini, in quella zona grigia in cui il consenso può sconfinare nell'abuso.

Un esempio? La celebrità è arrivata nel 2013, ballando seminuda nel video Blurred Lines con Robin Thicke e Pharrell (oltre 767milioni di visualizzazioni). A quel tempo era una disinibita 21enne ma nove anni dopo, ammette: «Sia che indossi un burqa o un bikini, stiamo operando nei confini molto specifici di un mondo cis-etero, patriarcale e capitalistico».

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MASCHI
Attenzione, Ratajkowski non getta la croce sui maschi e certo, qualcuno ne resterà deluso: «My Body non è solo un altro libro sul #Metoo. È un libro sul capitalismo. Avevo solo una risorsa da far fruttare (il corpo) e penso che la maggior parte delle donne faccia lo stesso. Magari succede con il matrimonio». E dimostrando carattere, nel saggio Bc Hello Halle Berry racconta di essere stata pagata per pubblicare uno scatto del proprio sedere mentre era in vacanza alle Maldive: «Voglio essere libera di far trambusto su Instagram vendendo bikini e qualsiasi altra cosa ed essere comunque rispettata».

 


In questi saggi la modella inglese dimostra anche l'intelligenza di saper cavalcare il fenomeno del body-positive, come accaduto nei numerosi selfie in cui si mostrava nuda e incinta. Archiviato il ruolo della bellona in Gone girl al fianco di Ben Affleck e diretta da David Fincher recentemente ha messo all'asta da Christie's l'NFT (ovvero metadati associati al file immagine, consentendone l'acquisto o la vendita del file come un pezzo fisico di arte) Buying Myself Back: A Model for Redistribution, prendendosi una grande rivincita. Nel 2014, una sua foto senza veli faceva parte della mostra New Portraits di Richard Prince alla Galleria Gagosian su Madison Avenue. L'artista aveva preso una immagine dal profilo @emrata su Instagram e l'aveva stampata su tela, vendendola al prezzo di 90mila dollari, senza alcuna autorizzazione. A quel punto Ratajkowski ha chiesto a Prince di realizzare un secondo NFT e successivamente, si è fatta fotografare nel proprio appartamento a New York, in posa davanti alla tela: «In tal modo scrive nel saggio Buying Myself Back mi sono riappropriata della narrazione della mia immagine». Si tratta di una questione di «giustizia morale», affermando al New York Times «che i modelli sono pronti a far rete perché non solo la loro immagine, ma i loro corpi vengono usati in modo improprio e a scopo di lucro, in modi a quali non hanno acconsentito».


PERCEZIONE
Proprio questo discorso sulla consapevolezza e la percezione del sé, è uno dei nuclei centrali della raccolta di versi My Body: «Ogni donna che conosco non importa che aspetto abbia, o se abbia modificato chirurgicamente la propria immagine o meno sa come ci si sente a esser guardata, rifiutata e cosa significa essere squadrata solo per il proprio aspetto». Insomma, My Body non è il classico libro dei pensierini in libertà della influencer del momento, né un j'accuse contro la virilità tossica. Invece, lei spiazza tutti: «non sto cercando di cancellare gli uomini del mio passato. Voglio sfidare le aspettative dei lettori, esponendo le mie convinzioni sulla vita, l'identità e le mie idee politiche». Emily ha ragione, se non ora, quando?
 

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